Ma cosa dovrebbe ancora succedere perché un Pubblico Ministero sia disposto a considerare un’ipotetica responsabilità (magari solo concorrente) di Banca d’Italia nelle sue attività istituzionali di controllo e di indirizzo del sistema bancario?
Durante la presidenza di Ignazio Visco e la vigilanza di Carmelo Barbagallo è capitato di tutto: fallimenti di diverse banche e rovina economica di migliaia di risparmiatori, nei cui confronti non si è avuto alcun riguardo (in barba al disposto dell’art. 47 della Costituzione, che prevede l’incoraggiamento e la tutela del risparmio e che ne presuppone l’affidamento ad un’Authority imparziale e veramente garante del sistema bancario).
Banca d’Italia ha sponsorizzato il c.d. decreto Renzi, voluto dall’Europa, portatore di sconquassi; ha tollerato manovre speculatorie (come quella ideata e realizzata da Intesa Sanpaolo, che ha finito per distribuire ai propri soci gli utili tratti dai salvadanai delle banche venete); ha perseguito soluzioni aggregative dissennate (come quella della programmata fusione tra Veneto Banca e BPVi, fondata su dati falsi, che evidenziavano, contrariamente al vero, una maggiore solidità della banca vicentina rispetto a quella montebellunese); ha costantemente assecondato il rigore, l’intransigenza e l’invasività di BCE nella gestione delle aziende di credito (soprattutto quelle italiane) con continue ed assillanti richieste di maggior capitale e di maggiori coperture del credito deteriorato, che hanno finito per ingessarle, con negative conseguenze anche sul credito alle imprese …
Nonostante tutto questo (e molto altro), si è appreso, con non poca sorpresa, che il Reggente della Procura della Repubblica di Treviso, Massimo De Bortoli, nella sua audizione davanti alla commissione parlamentare che tenta di approfondire questo tema, ha quasi beatificato Bankitalia, testimoniandone il corretto, costante, comportamento, nell’interesse dei cittadini …
Lo stesso Reggente ha anche dimenticato di dire alla presidente Carla Ruocco e ai 40 membri della commissione che la prescrizione penale, da lui paventata e prevista come una sciagura per la giustizia, sarà soprattutto determinata dalle lunghe “vacanze romane” del carteggio, inopinatamente inviato alla Procura della Capitale proprio da quella trevigiana per un’inesistente (come tale, poi, giudizialmente accertata) sua competenza.
Ora il Reggente si prepara al secondo atto caldamente, parrebbe, suggeritogli da Bankitalia: perseguire Vincenzo Consoli quale responsabile esclusivo di tutti i disastri e dei reati ipotizzati, fra cui quello di associazione a delinquere, con lui... unico autore! Proprio una singolare costruzione giuridica.
Sembra, dunque, che Bankitalia debba essere addirittura ringraziata per il suo operato.
Giovanni Schiavon
Magistrato, già presidente del tribunale di Treviso
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