Decrescita demografica a Vicenza: evitiamo il refrain “oddio, facciamo pochi figli”

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Gentile Direttore, nati e morti del 2017 nel Comune di Vicenza: più nati del 2016, ma conferma del trend che vede i nati degli ultimi tre anni intorno a quota 800 rispetto ai 1000 del primo decennio del 2000 (fonte: sito del Comune). Le scrivo prima del refrain: “Oddio facciamo pochi figli” con contorno delle pensate governative che elargiscono mance elettorali, per un anno, aggravando il debito pubblico, senza la presenza di una minima visione e programmazione del territorio (*). A tale proposito fornisco spunti di riflessione alternativi.
La riduzione delle nascite è nella struttura demografica della popolazione; i giovani sono sensibilmente meno dei loro genitori: come possono, a parità di condizioni, che nel frattempo sono peggiorate, fare più figli?
L’appello al fare più figli è annunciato, come durante il ventennio, accanto a messaggi o realtà che vanno in direzione opposta: il trend verso la sacrosanta parità uomo/donna, il sempre maggior livello di istruzione che sposta in avanti convivenza/matrimonio e relativa prole, l’emigrazione dall’Italia della componente giovanile.
Da ultimo, 60 milioni di abitanti in Italia hanno a disposizione un territorio pari a mezzo campo di calcio a testa; è così una tragedia se dovessimo diminuire di numero e lasciare ai posteri un po’ più di terra pro capite? Occorre essere attaccati, come nell’economia, a un paradigma di continua crescita, oppure si può considerare di entrare in una nuova visione di decrescita felice?
Ing. Antonio Veronese

(*) Basti pensare alla presenza dello stato nelle scuole dell’infanzia: nei 7 capoluoghi del veneto, solo la città di Vicenza ha un numero di scuole statali e comunali significativo (75% del totale). Gli altri capoluoghi sono mediamente al 30% (mi piacerebbe capire il perché di tale situazione).
Come si fa vera integrazione quando il 30% dei nati è straniero e l’offerta è fornita in maggioranza da scuole private cattoliche?
E’ integrazione avere classi nelle scuole pubbliche, con l’80% di bambini stranieri?
Risolviamo tutto con lo IUS soli, tanto per cancellare la statistica del numero di stranieri e non vedere il problema?