In una nota il deputato del Pd, già sindaco di Forte dei Marmi, Umberto Buratti, risponde ai presunti condoni per i concessionari di stabilimenti balneari contenuti nel dl Agosto.“Nel decreto legge Agosto non c’è alcun condono o regalo per i gestori degli stabilimenti balneari, ma si è dato semplicemente seguito alla sentenza della Corte Costituzionale in materia di concessioni demaniali relative a zone del mare territoriale aventi ad oggetto la realizzazione e la gestione di strutture dedicate alla nautica da diporto. In quella sentenza la Corte ha stabilito come l’aumento dei canoni è possibile (e quindi legittimo), ma ‘va esclusa l’applicabilità dei nuovi criteri alle concessioni non ancora scadute che prevedano la realizzazione di impianti ed infrastrutture da parte del concessionario, ivi incluse quelle rilasciate prima del 2007’. Questo significa che i giudici costituzionali ritengono che gli aumenti ‘risultano applicabili soltanto a quelle concessioni che già appartengano allo Stato e che già possiedano la qualità di beni demaniali. Nelle concessioni di opere da realizzare a cura del concessionario, ciò può avvenire solo al termine della concessione, e non già nel corso della medesima”.
“L’articolo 100 del decreto – spiega ancora Buratti – interviene, esclusivamente, su concessioni demaniali di beni pertinenziali del settore turistico-commerciale e della nautica da diporto per le quali, con la legge 296 del 2006, si era introdotto un diverso metodo di calcolo dei canoni applicando i valori dell’Osservatorio del Mercato Immobiliare, che di fatto aveva messo in crisi un intero settore e reso impraticabile economicamente qualsiasi ipotesi di investimento”.
“È una norma che in minima parte riguarda stabilimenti balneari, infatti sono circa 300 concessioni interessate e la maggior parte riguarda fondi commerciali, cinema e altre strutture ritenute pertinenze dello Stato. Un caso emblematico – ricorda il deputato dem – è, ad esempio, il cinema-teatro Politeama di Viareggio che si è visto determinare un super-canone di circa 150mila euro. Una somma così alta e fuori mercato che prima ha fatto chiudere l’attività e poi ha reso quel complesso inavvicinabile per chiunque avesse voglia di investire”.
“Stessa situazione per l’ex ristorante Mokambo, posto a 100 metri dalla famosa Capannina di Forte dei Marmi, abbandonato da anni e in condizione di avanzato degrado nonostante le diverse gare bandite per la l’assegnazione ma andate deserte. Quindi, per queste situazioni e casi simili – conclude Buratti – il decreto legge, riprendendo le disposizione della legge n.147 del 2013, interviene solo per chiudere i contenziosi e riportare il calcolo dei canoni demaniali al metodo tabellare”.
Fonte (Public Policy)@PPolicy_News