Decreto agosto, tecnici Senato: “4800 euro a fondo perduto a ristoranti”

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Il contributo medio lordo per i ristoranti italiani, in presenza di un’adesione totale, “nel complesso improbabile”, dovrebbe attestarsi intorno ai 4.800 euro secondo la stima dei tecnici del servizio Bilancio del Senato in merito al decreto Agosto in riferimento alla norma che istituisce un contributo a fondo perduto alle imprese della ristorazione. Il contributo spetta a condizione che l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi medi dei mesi da marzo a giugno 2020 sia inferiore ai tre quarti dell’ammontare del fatturato e dei corrispettivi medi dei mesi da marzo a giugno 2019.

A tale proposito, spiegano i tecnici, “andrebbe fornita una valutazione sulla percentuale di imprese che rientrino nella perdita di fatturato prevista dalla norma come condizione di accesso al beneficio, anche se probabilmente tale percentuale si approssima alla totalità considerato che si fa riferimento al quadrimestre marzo-giugno e che per circa la metà di tale periodo le imprese sono state chiuse per i provvedimenti restrittivi di contenimento dell’epidemia Covid-19. In ogni caso – si legge nel dossier – essendo l’onere formulato in termini di tetto di spesa, non vi sono profili problematici in termini di quantificazione”.

“Nel caso in cui tale ammontare si riveli non calibrato correttamente per garantire il rispetto del limite di spesa in rapporto alle istanze presentate, la scelta di rimettere ad un atto secondario l’individuazione di tale somma potrebbe facilitare l’insorgere di contenziosi da parte dei soggetti esclusi, che potrebbero impugnare proprio tale atto” avvertono i tecnici.

I tecnici, inoltre, segnalano che “non appare chiaro il criterio per l’accesso al contributo previsto nell’acquisto di prodotti agricoli e alimentari ‘valorizzando la materia prima di territorio’. A tale proposito, si osserva una difformità tra il testo della norma e la RT che invece fa riferimento all’acquisto di prodotti ‘da materia prima italiana’. Peraltro, l’interpretazione data dalla RT potrebbe anche essere considerata limitativa della parità di accesso dei prodotti provenienti da altri paesi dell’Unione europea e quindi dichiarata incompatibile con il diritto dell’Unione europea”.

Fonte Public Policy