Decreto Carige, Arman e Giorgianni: “le cure sbagliate”

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Andrea Arman con Gianluigi Paragone per i
Andrea Arman con Gianluigi Paragone

Il decreto legge Carige – è scrittto in un comunicato di Andrea Arman, Coordinamento Banche Popolari Venete “don Enrico Torta” e Letizia Giorgianni di Vittime del salva banche – è diventato spettacolo mediatico, uno scontro fatto di sole accuse, senza contenuti o proposte. Noi risparmiatori, resi consapevoli dal doloroso vissuto dell’importanza e della gravità dell’argomento e del momento, prendiamo posizione indicando, con umiltà, nuove vie di intervento. La nostra esperienza ci consente di affermare che le banche sono state portate al fallimento da una gestione vergognosa, da un ancor più vergognoso fallimento dei sistemi di controllo e vigilanza e da un’allucinata politica finanziaria che scarica le crisi sui più deboli.

A fronte di questa incontestabile evidenza si rende necessario denunciare che la cura imposta dalla BCE alle difficoltà di una banca e passivamente accolta dalla nostra politica, è la peggiore cura che si possa applicare.

Liquidare ad un tozzo di pane i crediti avariati (NPL) consente di mettere sotto il tappeto anni di cattiva gestione e peggiori controlli, ma non affronta il problema della malata erogazione del credito e quindi non potrà mai risolvere le cause che hanno generato la malattia.

Le cure BCE peggiorano lo stato delle banche e danno largo spazio di azione e lucro alla speculazione finanziaria, costruita sugli NPL. Tale speculazione, voluta e sostenuta dalla BCE consente indecenti profitti a danno dei più deboli e, nel contempo, mette in salvo i cattivoni (amministratori, imprenditori sanguisuga, politici loro sodali e controllori) dalle responsabilità di essere stati le cause originarie del dissesto delle banche.

La distorsione percettiva – comunicativa provocata dal polverone mediatico fatto di accuse e controaccuse nella vicenda CARIGE, appare funzionale a queste coperture, seppellimenti ed affari.

Intanto le banche cartolarizzano centinaia di miliardi di crediti (negli ultimi 8 anni 220miliardi con il picco di 103 nel solo 2018) e, per coprire il buco che la svendita degli NPL causa ai bilanci, fanno aumenti di capitale, quasi sempre iperdiluitivi, che distruggono il risparmio degli azionisti e minano la base fiduciaria del suo azionariato diffuso; la giostra continua di caso in caso e di peggio in peggio, senza che si riesca a imparare dalle dolorose esperienze fatte.

Come risparmiatori traditi e truffati chiediamo a tutti i politici ed in particolare agli uomini di governo, di cambiare tono e ritmo, che delle bagarre nei talk show siamo stanchi; di operare concretamente con una visione coerente alla gravità della situazione, puntando al cuore del problema: la malata erogazione del credito. Il cambiamento si attua anche con il coraggio di stare fuori dalla ribalta e parlare con i fatti. Che le reti televisive intrattengano gli spettatori con film e documentari e non con le miserie delle baruffe sugli avverbi.

Come più volte abbiamo detto e scritto” i soldi non si distruggono, passano da una tasca all’altra”. Ed allora è necessario, è un dovere nei confronti dei cittadini, dei risparmiatori, dei clienti delle banche ed anche di quei debitori delle banche stritolati dalla macelleria sociale del recupero crediti (reso quasi onnipotente dalle ultime leggi sulle procedure esecutive) scoprire e rimediare le cause della malattia NPL.

Altri paesi hanno gatte ancora più graffianti , piene zeppe di derivati. E sappiamo che una banca fallisce per perdite sui crediti ma anche per perdite sui derivati. Ma c’è accanimento sul credito commerciale e cecità sui derivati. Anche questo strabismo deve cambiare.

Politici, uomini di governo, ci si sta avviando verso un medioevo finanziario dove prepotenza e sopruso trovano sponda flaccida nella politica. La continua rincorsa del consenso, ancor più a livello locale, pone la politica nella condizione di costante bisogno del denaro che gli viene messo a disposizione da quel sistema finanziario che sta brutalizzando ed imbarbarendo la società.

Politici, uomini di governo, le domande vere a cui dovete rispondere sono: se la banca rinuncia a fare il mestiere classico della banca che eroga credito e lo gestisce anche nel caso in cui vada in sofferenza, alla fine da quali mostri finanziari verrà sostituita? E se questa assurda e criminogena sottrazione degli NPL dal patrimonio delle banche è addirittura comandata dalla generale strategia della BCE, voi che fate? nulla? Dove è il senso economico e pratico di svendere al 15 % un patrimonio che allo speculatore renderà almeno il doppio del prezzo di acquisto? Quale è la visione sociale che consente di abbandonare schiere di uomini alla rapacità delle società di recupero crediti? Non vedete che la speculazione sugli NPL apre la strada all’impoverimento di tutta la nostra società, alla futura speculazione sugli immobili, ad una società immorale.

Ebbene, il caso Carige rappresenterebbe l’occasione mancata di un intervento statale che effettivamente cambi il paradigma delle fallaci cure fino ad ora adottate, ovvero scaricare i costi dei fallimenti bancari solo sui risparmiatori e sui cittadini che pagano le tasse.

Che i decreti Carige e MPS siano somiglianti non è gran sorpresa, ma desta delusione.

Nel decreto CARIGE non una parola sugli NPL. Solo la stampa annuncia l’ambizione del commissario, ligio alla cura BCE che aggrava la malattia della banca, di liquidare velocemente 2,8 miliardi di NPL.

Il paradigma di risanamento delle banche dettato da BCE non cambia, purtroppo; ed invece deve cambiare.

Noi risparmiatori vittime della finanza – ancorché marginalizzati in questa società – avendo per primi sperimentato le nefande conseguenze del risanamento delle banche con le medicine care a BCE e ed ai tecnici dei ministeri italiani, denunciamo l’ irragionevolezza, l’inopportunità, l’inadeguatezza degli interventi fatti nel campo bancario-finanziario. Una banca non viene affatto salvata da una overdose di capitale, svuotandola nel contempo dei suoi clienti, ora qualificati NPL, ceduti forzatamente ad un tozzo di pane! Tale procedura è solo funzionale alla speculazione e prodromo alla concentrazione bancaria che porrà i cittadini nella nuova schiavitù del debito.

Il lavoro che occorre fare è profondo, con l’analisi meticolosa dei crediti, del perché si sono deteriorati e con inflessibile determinazione vanno ricostruite, denunciate e punite le vergogne dei furboni.

Non “salvataggi” bancari aspettando solo il momento dell’emergenza, come se un dottore dovesse intervenire solo attendendo che il paziente sia arrivato allo stato di moribondo.

Bensì “risanamenti” bancari, con opera preventiva anche ricostruendo le ragioni del fallimento dei controllori e della vigilanza ed attuare l’opportuna loro riforma.

La nuova commissione parlamentare di inchiesta sulle banche è una grande opportunità di conoscenza finalizzata al miglioramento. Siamo certi che sarà più seriamente determinata di quella chiamata “Commissione Casini”, e ci vuol poco; ma deve scavare! Deve scavare per trovare la forza morale, etica ed ideologica per entrare nelle viscere dei problemi bancari nazionali e dell’Europa e dare le indicazioni di riforma del sistema bancario e dei controllori. E’ da fare in grandissima fretta, ogni giorno miliardi di Euro passano dalle tasche delle banche e dei cittadini a quelle degli speculatori sugli NPL. Ogni giorno centinaia di italiani piombano nella disperazione.