Dopo l’indiscrezione/notizia in base alla quale nel Decreto crescita verrebbe riscritta la legge 145 per la parte che riguarda l’istituzione del Fondo Indennizzo Risparmiatori (Fir) abbiamo inviato stamattina alcune domande ai parlamentari di praticamente tutti i partiti e movimenti (tra cui Daniele Pesco del M5S, Erik Pretto della Lega, Daniela Sbrollini del Pd , Pierantonio Zanettin di Forza Italia e Maria Cristina Caretta di FdI ) che non mancano di inviarci sistematicamente loro note e/o comunicati.
Ma, evidentemente abituati come sono certi parlamentari loro colleghi alle pseudo interviste tv in cui alle domande preconfezionate (tipicamente senza giornalista) rispondono con slogan, senza replica e senza confronti, i rappresentanti “eletti” da noi interpellati sul tema del risparmio gabbato, a cui pure nei loro comunicati si dicono estremamente anche se sempre genericamente interessati, non hanno trovato il tempo non solo di risponderci ma neanche di preannunciarci un futuro intervento (del loro ghostwriter di turno?).
Fiduciosi di riceverne, comunque, qualcuno, purché non generico e svolazzante tra frasi fatte e luoghi comuni, pubblichiamo le domande inviate a tutti e le risposte ricevute dal deputato vicentino Pierantonio Zanettin, ultimamente impegnato in parlamento anche sul dramma di centinaia di migliaia di risparmiatori vicentini, veneti e nazionali, con interrogazioni, question time e interventi in prima persona e non solo con le abusate note ufficiali… senza anima.
Onorevole Pierantonio Zanettin, i giornali oggi in edicola dicono che nel Decreto Crescita, che il governo si appresta a varare è comparso un capo IV per ora vuoto, ed in attesa di contenuto, ma che dovrebbe riguardare il Fondo Indennizzo Risparmiatori, che cosa significa?
Mi pare evidente che il Governo si è reso conto che il testo uscito dal Senato nella legge di bilancio è tecnicamente sbagliato ed inattuabile quindi dovrà essere modificato con una norma primaria, una nuova legge, cioè, che nascerebbe come decreto inserito in quel famoso capo IV vuoto del Decreto Crescita. Esattamente quanto ho sostenuto in diversi interventi nell’aula di Montecitorio, ed il Governo ha sempre negato.
Il decreto attuativo (errato parlare di decreti, la 145 ne prevede uno solo sostanziale, ndr), promesso di giorno in giorno, quindi slitta?
Ovviamente il decreto attuativo può essere varato solo dopo che la nuova presumibile norma primaria sarà stata definita nel dettaglio. In questo caso il decreto legge dovrà passare al vaglio del Parlamento e convertito. Quindi dovranno passare almeno altri due mesi.
Ma solo pochi giorni fa i due Vice premier, Di maio e Salvini, hanno diffidato il ministro Tria a varare i decreti attuativi entro questo fine settimana.
Le esternazioni dei ministri di questo governo sono prive di qualsiasi credibilità. È ormai una consuetudine! Le sparate, gli ultimatum ed i penultimatum, ad uso di giornali e televisioni, in questi mesi si sono sprecati, seguiti da improvvisi dietrofront.
Accade per il FIR quanto è già accaduto per la legge di Bilancio, che doveva essere fatta in deficit, in sfregio all’Europa, e che poi invece in pochi giorni è stata stravolta e concordata con Bruxelles, oppure per la cittadinanza a Ramy, prima negata, e poi concessa poche ore dopo, davanti ad un bel gelato.
Secondo lei quali modifiche saranno introdotte?
Credo che verrà eliminato il rimborso generalizzato per azionisti ed obbligazionisti, che credo peraltro sia anche sbagliato sul piano dell’equità sostanziale. La commissione ministeriale dovrà garantire terzietà ed indipendenza e sarà chiamata ad una verifica caso per caso.
Non crede che sulla pelle dei risparmiatori veneti e non solo si continui a giocare una partita politica?
E’ la cosa che maggiormente mi indigna. Da vicentino e da azionista storico delle popolari venete, conosco i drammi di famiglie ed imprese. Tutto questo tempo sprecato in chiacchiere e proclami sulla pelle dei risparmiatori è davvero una vergogna. Nella gestione di questo delicato dossier il governo gialloverde ha dimostrato dilettantismo e superficialità.
Posizioni diverse, simili o concordi? La parola va agli assenti di oggi.