L’on. marosticense Silvia Covolo (Lega), particolarmente qualificata visto che è anche avvocato libero professionista e ha, poi, conseguito anche una laurea in Economia e commercio, è la prima parlamentare vicentina ad accogliere il nostro invito ad esprimersi su cosiddetto decreto legge Marzo Cura Italia, che ha avuto un iter molto travagliato, tanto che è ancora in attesa di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, anche se nelle sue linee generali è stato approvato ieri come, prima, risposta anche sul fronte economico all’emergenza Coronavirus.
Abbiamo chiesto un primo parere, basato ovviamente su quanto ad oggi si sa e premettendo che fino a che non sarà pubblicato nulla sarà certo e definitivo, ai parlamentari vicentini e veneti e Silvia Covolo è intervenuta ricostruendo inizialmente anche la, difficile, gestazione del provvedimento da 25 miliardi di euro effettivi che, come sostiene il governo Conte, attiva anche una leva finanziaria da 350 miliardi grazie a una serie di garanzie sul credito e di stimoli all’economia.
«Pur comprendendo la situazione di emergenza, sono molto critica sui tempi e sugli eccessivi ritardi del Governo. Ieri professionisti e imprese erano tenuti ad adempimenti fiscali e previdenziali, con scadenza in data 16 marzo; non essendovi alcuna certezza su eventuali proroghe, i commercialisti hanno lavorato per tutta la scorsa settimana per rispettare le scadenze e molti contribuenti hanno tempestivamente predisposto i pagamenti.
Il Governo, nella serata di venerdì 13 marzo, si è limitato a diramare un comunicato stampa in cui annunciava un probabile differimento del termine.
Nella giornata di lunedì 16 marzo, il Consiglio dei Ministri si è riunito per approvare la norma che conferma la sospensione dei pagamenti fino al 31 maggio, tranne che per le imprese con oltre 2 milioni di fatturato, per le quali il termine scadrà venerdì 20 marzo.
Questo mi è sembrato irrispettoso, perché la previsione avrebbe potuto essere contenuta nel D.L. del 2 marzo, senza ingenerare caos e ansie inutili. Ritengo inoltre che non sia stato corretto fare una classificazione e una distinzione per settori o fatturato».
Considerate le difficoltà del momento e il complesso quadro internazionale in cui sono maturate le decisioni del governo, che pure ha provato a coinvolgere l’opposizione, lei, on. Silvia Covolo, come valuta gli altri aspetti del d.l. per lo meno per quanto se ne sa.
«Possiamo dirci solo parzialmente soddisfatti, perché come Lega avevamo chiesto misure più coraggiose, come una moratoria dei pagamenti di un anno per tutti i professionisti e le imprese, senza distinzione.
Valuto positivamente l’accoglimento di tutte le misure richieste dal nostro gruppo, come l’estensione della CIG in deroga per tutte le imprese, senza guardare al numero di dipendenti; la sospensione dei mutui; l’innalzamento a 5 milioni dell’importo garantito dal Fondo di Garanzia per PMI.
Esprimo apprezzamento anche per la possibilità di usufruire di congedi parentali o di contribuiti per il pagamento della baby sitter, considerato che i ragazzi sono a casa da scuola e hanno bisogno di essere accuditi».
Sugli aspetti più prettamente legati alla sanità cosa ci dice?
«Dò un giudizio positivo per la dotazione di risorse per il settore sanità, ora al collasso, con medici e infermieri costretti a turni massacranti: penso che l’osservanza delle regole per il contenimento del virus sia una forma di rispetto anche nei loro confronti, per cui tutti dobbiamo fare dei sacrifici e non muoverci!»
Il primo fronte verso i cittadini, dopo quello sanitario in cui medici e infermieri stanno facendo l’impossibile, è sempre quello dei propri comuni…
«Anche i Comuni avevano avanzato richieste di differimento dei termini per gli adempimenti contabili e di bilancio: entro il 30 aprile sono tenuti a deliberare il bilancio consuntivo e le tariffe TARI. Mi auguro che il D.L. di prossima pubblicazione abbia soddisfatto anche queste esigenze.
So per certo che sono stati concessi anticipi delle risorse di cui al Fondo di Solidarietà Comunale, fino al 20% degli stanziamenti convenuti, e che è stato previsto il differimento del termine di rimborsi di prestiti e mutui.
Si tratta di misure necessarie, perché gli enti locali avranno meno entrate, anche in conseguenza del differimento dei termini di pagamento dei canoni di locazione degli impianti sportivi: se da un lato occorre venire incontro ai privati, non bisogna dimenticare che la Pubblica Amministrazione per funzionare ha bisogno di risorse certe ed immediatamente spendibili».
On. Covolo, questo decreto è già chiaro che non basterà
«Mi auguro che vengano concessi ulteriori margini di scostamento dai parametri europei, se necessario e se l’emergenza dovesse prolungarsi. Finora è stato fatto solo lo stretto necessario per famiglie e imprese, ma temo che non basti».
Non possiamo che concordare con l’on. Silvia Covolo perché, se tutti faremo il nostro rispettando le regole sanitarie, è il minimo sindacale pensare a circa due mesi di blocco delle attività con tutte le difficoltà che ne conseguono, come ci insegna l’esperienza della Cina in cui Wuhan, epicentro del cataclisma virale, sta lentamente uscendo fuori dal fermo totale solo dopo due mesi di quarantena e di regole ancora più stringenti e, soprattutto, più rispettate.