DL n. 99 le beneficiò, Intesa e Ubi “paghino” indennizzi FIR: Lannutti e M5S lo chiedono al MEF citando VicenzaPiù

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Decreto legge 99 presentato da Gentiloni e Padoan
Decreto legge 99 presentato da Gentiloni e Padoan

Decreto legge 99 incostituzionale per Lannutti, Pesco, Di Nicola, Leone, Naturale, Fenu, Agostinelli che interrogano il Mef sulla possibile chiamana in causa di chi ne ha beneficiato: Intesa Sanpaolo e Ubi Banca (Atto n. 3-00830 in Commissione)pubblicato il 15 maggio 2019 nella seduta n. 113)

Premesso che:

Banca Intesa Sanpaolo acquista a un euro BPVi e Veneto Banca e incassa un super bonus
Banca Intesa Sanpaolo acquista a un euro BPVi e Veneto Banca e incassa un super bonus

il decreto legge 99 del 2017, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 121 del 2017, recante disposizioni urgenti per la liquidazione coatta amministrativa di Banca Popolare di Vicenza SpA e di Veneto Banca SpA, presentato il 25 giugno 2017 dal Governo pro tempore Gentiloni, è stato oggetto di eccezione di incostituzionalità per violazione del principio di uguaglianza nei confronti delle vittime dei dissesti bancari privati di ogni azione risarcitoria, senza alcuna motivazione plausibile; in occasione del subentro di UBI a CariFerrara, CariChieti e Banca Marche, diversi tribunali hanno sancito la responsabilità risarcitoria della banca subentrante, e la questione è allo scrutinio della Corte costituzionale;

giova ricordare che il gruppo Intesa Sanpaolo ricevette dallo Stato 5,2 miliardi di euro cash (4,8 per tenere invariati i propri livelli di patrimonio e 400 milioni come garanzia immediata per alcuni crediti acquistati che rischiano di andare in difficoltà), oltre ad una garanzia pubblica di 12 miliardi di euro per coprire oltre 10 miliardi di crediti deteriorati e 1,7 per le partecipazioni (Arca Sgr, Bim-Banca Intermobiliare) che il gruppo Intesa rifiutava di acquisire, ossia gli attivi a carico della bad bank gestiti dai commissari liquidatori, quale premio per la chiusura di 600 filiali ed esuberi per 4.000 unità su base volontaria, con altri 1,28 miliardi (esenti da imposte) al fondo esuberi;

rilevato che:

Consiglio di amministrazione della BPVi riunito davanti all'assemblea dei soci di aprile 2015
Consiglio di amministrazione della BPVi riunito davanti all’assemblea dei soci di aprile 2015

nei giorni scorsi e dopo quattro anni di indagini, i pubblici ministeri Gianni Pipeschi e Luigi Salvadori della Procura di Vicenza, nel processo (N.d.r.: non nel processo attuale in cui sono e restano imputati ma in altro procedimento intentato da terzi) che riguarda l’ex presidente della Banca Popolare di Vicenza (BpVi) Gianni Zonin e gli ex amministratori delegati Giuseppe Zigliotto, Emanuele Giustini, Andrea Piazzetta, Paolo Marin e Massimiliano Pellegrini, hanno avanzato la richiesta di archiviazione per 15 componenti del consiglio di amministrazione e 3 componenti del collegio sindacale;

mentre Banca Popolare di Vicenza scivolava lungo il piano inclinato che l’avrebbe portata al collasso, con una perdita nel solo 2016 di un miliardo e 900 milioni di euro, dall’istituto di credito vicentino, al cui vertice stava Gianni Zonin, erano partiti gli ordini di rastrellare azioni e finanziare l’acquisto delle stesse da parte dei clienti, senza che gli altri vertici apicali ne sapessero nulla.

Sarebbero stati all’oscuro delle manovre che avrebbero ridotto sul lastrico 120.000 famiglie e, se anche qualcosa avevano intuito, non ci sono prove che possano attribuire a consiglieri e sindaci responsabilità penali.

I magistrati affermano di non aver raccolto prove sufficienti a loro carico per dimostrare che fossero coinvolti nei reati, né che i soggetti apicali fossero a conoscenza delle ormai famose “operazioni baciate” (chi voleva un prestito, un mutuo, un fido, era costretto ad acquistare le azioni illiquide delle banca, le cui valutazioni peritali pagate dal consiglio di amministrazione avevano portato il valore a 62,50 euro), delle quali sapevano solo Zonin ed i massimi dirigenti;

Gianni Zonin, presidente BPVi, e Andrea Monorchio, suo vice
Gianni Zonin, presidente BPVi, e Andrea Monorchio, suo vice

dall’annotazione del procuratore generale del procedimento penale 5628-15, si potrebbe evincere che quanto meno il vice presidente Andrea Monorchio conoscesse tale prassi, se non altro perché era al contempo presidente di Micoperi SpA, società che, guarda caso, in data 11 dicembre 2012, avrebbe perfezionato un finanziamento di 20 milioni di euro (in conflitto di interessi tra la propria banca di cui era vicepresidente e l’impresa debitrice di cui era presidente) per poi, una settimana dopo, in data 18 dicembre 2012, acquistare 64.000 azioni della Banca Popolare di Vicenza per un controvalore di 4 milioni euro come si evince da un articolo di “VicenzaPiù” del 7 aprile 2018 (ndr: l’articolo originario nostro è del 20 agosto 2017 mentre quello del 7 aprile dell’anno successivo citato è la ripresa del nostro fatta da Nicola Borzi, allora a Il Sole 24 Ore);
la stessa società Micoperi SpA avrebbe acquistato pochi mesi dopo, per un controvalore di altri 1,5 milioni di euro, 32.000 azioni di Banca Popolare di Vicenza;

considerato che:
UBI Banca è il nuovo soggetto al quale Banca d’Italia ed il commissario straordinario Roberto Nicastro regalarono 3 delle 4 “nuove” banche in risoluzione, dopo la creazione di una “cattiva” in cui furono lasciati prestiti in sofferenza svalutati a 1,5 miliardi di euro dagli originari 8,5 miliardi, operazione perfezionata a maggio 2017 al prezzo simbolico di un euro, compresa una “dote” fiscale col meccanismo delle imposte anticipate su perdite pregresse trasformate in crediti d’imposta.

Roberto Nicastro, ex commissario banche risolte, ora ai vertici di Ubi Banca
Roberto Nicastro, ex commissario banche risolte, ora ai vertici di Ubi Banca

A distanza di un solo anno, Nicastro è stato cooptato alla vice presidenza di UBI Banca nell’assemblea del 12 aprile 2019, in uno schema di porte girevoli, nel quale chi cura gli accordi di vendita diviene, poi, dipendente dell’acquirente;
nel sito della Consob si legge che la stessa UBI Banca risulterebbe inadempiente ad 82 lodi arbitrali, in cui il collegio arbitrale Consob aveva condannato UBI ad un risarcimento verso ex azionisti di Banca Marche ed Etruria;

la ratio delle decisioni arbitrali di riconoscimento come soggetto passivo di UBI Banca viene evidenziata da Consob nei propri lodi: “come il Collegio ha già avuto modo di rilevare in casi analoghi, si deve ritenere che l’intermediario resistente, nella sua qualità di incorporante la Nuova Banca, sia succeduto nell’eventuale debito risarcitorio nei confronti delle ricorrenti per violazione delle regole di condotta da parte della Vecchia Banca nel collocamento o nella commercializzazione delle proprie obbligazioni subordinate. Ciò è conseguenza del fatto che il provvedimento di Banca d’Italia di definizione del perimetro dell’azienda bancaria oggetto di cessione ha disposto la cessione di tutte le posizioni attive e passive della Vecchia Banca con la sola eccezione di quelle espressamente escluse, tra le quali tuttavia non figura l’eventuale credito risarcitorio del cliente della Vecchia Banca che sia stato vittima di misselling nell’ambito della prestazione di un servizio di investimento“,

si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo non convengano che le norme del decreto legge 99 del 2017 abbiano leso i principi costituzionali, costituendo un pericoloso precedente per successivi esoneri di responsabilità di qualsivoglia società privata, che può fare bancarotta e liberarsi dell’impresa, confidando nell’impunità patrimoniale e nel sacrosanto diritto di rivalsa;

Fondo Indennizzo Risparmiatori approvato: Soci BPVi e Veneto Banca che manifestavano per rimborsi a Piazza dei Signori a Vicenza
Soci BPVi e Veneto Banca che manifestavano per indennizzi in Piazza dei Signori a Vicenza

se talune decisioni, che impediscono ai risparmiatori di avere giustizia e sacrosanti risarcimenti, non confliggano con l’articolo 3 della Costituzione, secondo il quale tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge senza distinzione di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali;

se l’uguaglianza delle vittime dei dissesti bancari, privati di ogni azione risarcitoria senza alcuna motivazione plausibile, la cui continuità della responsabilità civile ha precedenti giurisprudenziali, non debba essere una priorità per il Governo del cambiamento;

se il Governo intenda esercitare verso gli acquirenti delle good bank i diritti legali risarcitori che riceverà per gli importi a titolo di indennizzo erogati tramite Fondo indennizzo per risparmiatori (FIR) agli ex azionisti ed obbligazionisti delle banche liquidate.