Decreto Liquidità, Fondo centrale di garanzia per le Pmi: Laura Aria (MISE) torna su freni bancari, video Commissione d’inchiesta

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Lart. 13 del Decreto Liquidità, ovvero il capitolo che regola il Fondo centrale di garanzia per le Pmi, è stato il focus questa mattina della Commissione di inchiesta sul sistema bancario e finanziario, brevemente Commissione banche, con laudizione della Dirigente generale per gli incentivi alle imprese Laura Aria del Ministero per lo Sviluppo Economico (MISE).

Tra i componenti della Commissione ci sono anche i parlamentari veneti Pierantonio Zanettin (Forza Italia), Massimo Bitonci (Lega), il senatore Massimo Ferro (Forza Italia), Raphael Raduzzi e Alvise Maniero (M5S).

Il D.L. n. 23 dell’8 aprile 2020 prevede lutilizzo per lemergenza Covid del Fondo di garanzia, organo gestito direttamente dal MISE, già istituito nel 1996 e spesso adoperato con funzione anticiclica nelle fasi di stagnazione (come nella crisi finanziaria del 2008). «Uno strumento che è stato sempre apprezzato sia dal sistema imprenditoriale che dal sistema bancario», commenta Laura Aria. Il potenziamento del Fondo, infatti, prevede la rivisitazione di alcuni “limiti” che il MISE prima imponeva per l’accesso alle garanzie.

Tra le novità introdotte dal decreto liquidità ci sono la gratuità della garanzia, il tetto massimo dell’intervento fino a 5 milioni di euro (prima era di 2,5 milioni), la sospensione della valutazione di merito per i finanziamenti fino a 25 mila euro e la possibilità per il beneficiario di accedere direttamente al Fondo con fidi bancari garantiti. Questa modalità dei fidi è «oggi gratuita», sottolinea la Dirigente.

Il decreto dispone, inoltre, tre fasce di finanziamento: una di massimo 25 mila euro, una seconda da 25 a 800 mila e l’ultima da 800 mila a 5 milioni di euro, pensata per le cosiddette “Mid cap”, ovvero le società quotate in un mercato azionario caratterizzate da media capitalizzazione, fino a 499 dipendenti. La prima, quella più richiesta, con finora 150 mila domande pervenute, interessa il 95% delle Pmi, ovvero tutte quelle imprese che hanno meno di 15 lavoratori.

Per quanto riguarda la burocrazia, Aria spiega che la domanda che deve presentare l’impresa alla banca «è un modulo di autocertificazione, che quindi non presuppone di allegare documentazione, né presuppone una verifica ex ante». Inoltre, aggiunge ska dirigente del MISE, «la banca può immediatamente erogare il finanziamento senza attendere la delibera del Fondo, che comunque arriva in tempi molto rapidi, tra i 3 e i 5 giorni». In caso di segnalazioni, il Fondo interpella direttamente l’istituto di credito oggetto di citazione. «Le banche sappiano che sono molto monitorate nei comportamenti verso Bankitalia», chiarisce Aria. Ma la presidente Ruocco ribatte: «È importante che la Commissione monitori le banche e Bankitalia, nulla si dà per scontato».

Il numero di domande per la liquidità gestite ad oggi dal MISE, fa notare però la bicamerale, è ancora esiguo. Il senatore De Bertoldi (FdI) analizza come le richieste ad ora giunte siano solo il 3% del numero complessivo dei professionisti e delle partite IVA in Italia. Per spiegare il numero ancora basso la Dirigente ricorda che il finanziamento erogabile rimane entro il limite del 25% dell’ultimo fatturato dell’azienda. «Magari il 25 per cento di quello che ha fatturato l’anno prima è molto poco, allora è un’operazione che non ritiene conveniente». Oltre a ciò, avverte Aria, alcune partite IVA sono “dormienti” e «stanno lì solo perché devono incassare dei crediti: è un mondo molto variegato». Non esclude, però, che i limiti del 25 per cento per la fascia M (professionisti e partite IVA), come di altre condizioi alle garanzie, possano essere modificati all’interno del Temporary Framework notificato dalla Commissione Europea.

Un’altra criticità che la Commissione ha rilevato, riguardante l’erogazione del finanziamento, è l’effettivo credito “nuovo” che una banca concede alle imprese. In alcuni casi, infatti, l’azienda che accede al finanziamento si trova con parte dell’erogazione “assorbita” da un fido pregresso. Questo è illegale, avverte Aria, e per risolvere il problema «è intervenuta una circolare dell’Abi a chiarire questo alle banche». L’ errore “tecnico” non lo stanno più facendo, assicura la Dirigente.

Il senatore Bagnai (Lega), invece, interroga la Dirigente sulla stima fatta della probabilità di default dei prestiti che vengono erogati in base al decreto liquidità. Se le probabilità fossero basse, spiega il senatore, le dotazioni disposte dal Fondo potrebbero anche bastare, ma vista la somma alquanto scarsa (1,7 miliardi, oltre al precedente stanziamento del “Cura Italia”) si potrebbe pensare che questa stima sia un po’ troppo ottimistica. A risposta di questo, la dirigente Aria spiega che il Fondo ha deciso di “accantonare” il 30% dei finanziamenti erogati, percentuale che corrisponde alla media tra le probabilità di quelle imprese capaci di restituire il debito e quelle che invece non riusciranno.

Visto che i finanziamenti sono tanti ma le risorse poche, Pesco (M5S) avanza la proposta di introdurre degli «Iban dedicati al pagamento esclusivo di fatture commerciali… e ad ogni scambio chiedere una tassa di solidarietà dell’1%, così tempo cento o duecento scambi riusciamo a ricostituire il fondo».

La Presidente Ruocco segnala inoltre che l’art. 13 esclude dalle garanzie del fondo anche i casi di “inadempienza probabile anteriori alla data del 31 gennaio 2020”. «Questo è un problema perché sono proprio le imprese che noi intendiamo aiutare», sottolinea la Presidente, auspicando che questa parte di articolo venga modificata. Proposta che la Dirigente accoglie con favore e riconosce come il «problema dei problemi», convenendo che vada segnalato in Parlamento attraverso gli emendamenti.

La Presidente Ruocco ricorda infine, come ci aveva preannunciato l’on. Zanettin, che la Commissione sta per inviare dei questionari a 150 istituti di credito per verificare l’applicazione del Decreto Liquidità e delle misure finanziarie del “Cura Italia”. Le banche dovranno rispondere entro il 20 maggio.

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