Decreto Pane, Garlani (Confartigianato): “c’è la differenza tra quello fresco e conservato”

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Cinque anni fa – riporta una nota di Confartigianato Vicenza – la Regione aveva fatto da apripista approvando una legge specifica che disciplinava la lavorazione e il commercio del pane fresco e dei prodotti artigianali della panificazione. Parallelamente era stata presentata a livello ministeriale una bozza molto simile a quella veneta, che ha dato vita al Decreto ?Regolamento recante la disciplina della denominazione di panificio, pane fresco e dell?adozione della dicitura pane conservato’.

Ora su tutto il territorio nazionale sono certificate le caratteristiche che deve avere un?attività per potersi fregiare della denominazione di ?panificio?, cioè dell?impresa dove si svolge l?intero ciclo di produzione di pane e di altri prodotti da forno. È specificato come deve essere preparato e definito il ?pane fresco?, cioè il pane realizzato con un processo di produzione continuo, privo di interruzioni finalizzate al congelamento o alla surgelazione. Con il medesimo Regolamento, inoltre, viene disciplinato il ?pane conservato? che deve essere messo vendita con una dicitura aggiuntiva che ne evidenzi il metodo di conservazione utilizzato, in maniera da distinguerlo dai prodotti freschi.

Ruggero Garlani presidente dei panificatori di Confartigianato Vicenza esprime soddisfazione per l?emanazione da parte del Ministero dello Sviluppo Economico del Decreto, pubblicato recentemente in Gazzetta Ufficiale: ?Si tratta di un primo risultato. Ora è importante che si arrivi a una vera e propria legge quadro sulla panificazione perché c?è la necessità di una cornice normativa coerente e uniforme che superi la frammentazione territoriale, frutto di disposizioni regionali ancora troppo disomogenee. Inoltre auspico che anche in Italia si possa arrivare, come già accade in Francia con i MOF (Meilleurs Ouvriers de France), alla creazione delle figure dei ?Maestri? panificatori, che potrebbero dare maggior prestigio al nostro storico settore?.

 

VARATO IL NUOVO STATUTO DI CONFARTIGIANATO VICENZA

?È stato un percorso durato quattro anni, durante i quali tutti abbiamo avuto modo di confrontarci guardando all?orizzonte del futuro, perché la nostra struttura possa disporre di una ?carta costituzionale? al passo coi tempi, di qualità sia tecnica che formale e sempre aperta a motivate prospettive di ulteriore cambiamento?. Così Agostino Bonomo, presidente di Confartigianato Vicenza, sintetizza il valore del nuovo Statuto associativo, approvato ieri sera dall?Assemblea Straordinaria dei Soci che si è tenuta nella serata di ieri (26 novembre ndr) al Centro Congressi dell?Associazione a Vicenza.

I lavori hanno preso il via verso le 18.30 concludendosi alle 23.00. Dopo una prima illustrazione delle modifiche proposte dal Consiglio Direttivo sul testo precedentemente reso disponibile agli Associati, è seguito un articolato e partecipato confronto sulle ulteriori proposte presentate da alcuni Soci. Al termine del dibattito è stato votato e approvato a maggioranza qualificata di oltre i due terzi il testo integrale del nuovo Statuto.

Tra i punti salienti del documento, articolato in una settantina di articoli, Bonomo individua il fatto che si tratta di uno strumento ?del tutto nuovo, di concezione completamente diversa, che non solo ha l?obiettivo di rendere più snella la nostra organizzazione avvicinando ulteriormente la base degli iscritti ai vari livelli di vertice, ma ci consente anche di compiere un decisivo salto di qualità per quanto riguarda la chiarezza dei suoi dispositivi?.

Nel testo emerge soprattutto la volontà di semplificare la filiera della rappresentanza e di darle più organicità nella struttura territoriale. L?opera di snellimento elimina organismi intermedi e ridefinisce in particolare i caratteristici ?pilastri? associativi, vale a dire le Categorie e il Territorio: le prime vengono suddivise in quaranta Mestieri (un nome che volutamente richiama la gloriosa tradizione dell?artigianato, come valore da proiettare nel futuro) raggruppati in dodici Sistemi che si rifanno alla ripartizione di Confartigianato nazionale; il secondo invece viene invece suddiviso in Raggruppamenti (eredi dei Mandamenti) che vanno a formare Aree territoriali in grado di rispecchiare le zone geografiche della provincia di Vicenza con le loro peculiarità.

?Caratteristica di questo nuovo Statuto ? puntualizza Bonomo – è quella di essere un documento, al tempo stesso, autorevole sì nella sua definizione, ma dotato di una natura ?aperta? alla possibilità di variazioni. Il perché è presto detto: a differenza del passato, oggi viviamo in uno scenario economico e sociale di continuo cambiamento, dove il lavoro e i lavori conoscono una trasformazione spesso repentina: tale fenomeno ci impone, come rappresentanti e portavoce della piccola impresa, di essere sempre pronti e reattivi alle mutazioni. In altre parole, la nascita di inedite forme produttive o di nuove attività di servizio, come ad esempio avvenuto con la recente rivoluzione delle tecnologie informatiche, dà luogo a realtà che devono trovare una definizione e una sistemazione adeguata anche a livello di riconoscimento nell?ordinamento statutario, e in tempi doverosamente brevi. Confartigianato, insomma, dev?essere la ?casa? anche di ogni nuova forma di artigianato. Perciò, ove si ravvisassero la necessità e l?opportunità di operare delle modifiche all?assetto esistente, ora possediamo la ?cassetta degli attrezzi? per intervenire con celerità: l?organismo deputato a occuparsene sarà l?Assemblea dei Delegati, organo qualificato e rappresentativo di tutte le realtà di Confartigianato?.

Conclude perciò Bonomo: ?La nostra è un?organizzazione di rappresentanza che ha settantatré anni di storia: anni di risultati positivi, che ci hanno insegnato il valore del miglioramento continuo a beneficio delle imprese, sia in termini di servizi profusi che di iniziative rivolte a scoprire nuovi mercati. Una lunga vita che è stata tale proprio perché la nostra associazione ha sempre saputo interpretare lo spirito dei tempi, modulando di volta in volta sia le sue azioni a favore delle aziende, sia la sua democrazia interna. Oggi siamo convinti che il nuovo Statuto ? la cui piena entrata a regime avverrà dal gennaio 2020 ? esprime non solo una regolamentazione più attuale ed efficace, ma disegna anche delle vere e proprie linee strategiche in grado di fungere da bussola operativa. Perciò è anche un lascito che, ne siamo certi, sarà utile ai soci e ai dirigenti del domani?.