In Italia ogni giorno lavorativo 100 famiglie vengono sfrattate – è scritto in un comunicato di Potere al Popolo! Vicenza – Tra il 2007 e il 2018 i salari dei lavoratori italiani sono aumentati molto meno di quelli in Francia e Germania. Nell’appena concluso 2018 i morti sui luoghi di lavoro sono stati 704, una cifra spaventosa che arriva a 1450 considerando i morti sulle strade da e per il luogo di lavoro
Perché partiamo da questi dati? Perché vogliamo far comprendere che la vera emergenza in Italia è l’impoverimento progressivo della popolazione che colpisce soprattutto i più giovani e gli anziani. La vera emergenza in Italia è il lavoro precario e mal pagato. La vera emergenza in Italia è l’insicurezza dei luoghi di lavoro.
Ma l’emergenza per il governo Di Maio-Salvini sono i migranti, i senza tetto, i poveri. La Lega ed il M5S con le loro leggi discriminatorie, contro stranieri e poveri gettano fumo nei nostri occhi. Nel frattempo non aboliscono la Legge Fornero, non creano un reale Reddito di cittadinanza, con la Flat Tax fanno l’ennesimo regalo ai più ricchi negando di fatto il principio costituzionale della tassazione progressiva con finalità redistributiva.
Non ultimo Lega e M5S salvano una banca privata, la CARIGE, in crisi a causa del solito vecchio “vizio” del management privato: concedere agli amici degli amici prestiti senza le necessarie garanzie. Un film già visto con il PD: gli utili delle banche sono privati, le perdite sono pubbliche e le paghiamo noi.
Il fumo negli occhi di Salvini e M5S è il “Decreto Sicurezza” ed il tenere in ostaggio per settimane 49 persone in mezzo al Mediterraneo. Non si tratta però solo di fumo negli occhi ma si tratta di azioni criminali contro le quali è un dovere agire e resistere.
Rifiutiamo le schifose politiche di chi gioca sulla vita delle persone più bisognose, più fragili, italiane e straniere che siano, per i loro beceri calcoli elettorali. Rifiutiamo che persone che scappano da guerre o fame, rischiando la vita e spesso morendo durante il viaggio, siano private di accoglienza e sostegno, lasciate senza documenti e quindi senza altra possibilità che rivolgersi a chi li impiega come schiavi a Rosarno come a Bolzano. Rifiutiamo la creazione di bombe a orologeria sociali e sanitarie (il decreto sicurezza impedisce a chi è senza documenti persino di farsi curare, mettendo in pericolo se stesso e la collettività).
Il decreto Sicurezza sta generando solo più insicurezza sociale, più marginalità e repressione. Il Decreto Sicurezza deve essere abolito. I porti italiani non devono essere più chiusi come è vergognosamente accaduto con le navi Sea Watch e Sea Eye. L’unica vera sicurezza si ottiene garantendo lavoro, dignità e diritti per tutti. Pretendiamo una società, più equa, più solidale, dove nessuno resti indietro, in cui nessuno debba sopravvivere ma possa, finalmente, vivere.
L’anno che si è aperto – scrive Irene Rui per la Segreteria del Partito della Rifondazione Comunista di Vicenza – sta già portando drammatici cambiamenti democratici e sociali in linea con il drammatico degrado segnato dalle politiche del neoliberismo e dell’austerità.
Il governo in carica, prepotente verso i deboli, ma acquiescente di fronte ai potenti, ha accettato anch’esso i diktat dell’Unione Europea adottando una manovra che riduce sensibilmente gli impegni in tema di pensioni e reddito di cittadinanza, dà invece un ulteriore e significativo impulso allo stravolgimento del sistema fiscale a vantaggio dei più ricchi, prosegue nello smantellamento dei servizi pubblici e nelle privatizzazioni, e accetta di mettere in conto per il prossimo anno un abnorme aumento delle imposte indirette con un effetto micidiale sui ceti popolari.
In un Paese in cui prosegue e si accentua la ineguale distribuzione delle ricchezze, non si intravede alcuna inversione di tendenza; il governo persegue cinicamente e quotidianamente l’obiettivo di scaricare sui soggetti più deboli le inevitabili tensioni sociali che derivano dalle ineguaglianze, dall’ingiustizia sociale e dalle frustrazioni che si generano da una società lasciata priva di prospettive di crescita economica e civile.
L’applicazione dell’anticostituzionale decreto Sicurezza e i porti chiusi verso i migranti salvati in mare dalle navi delle organizzazioni umanitarie rappresentano il “cuore” disumano e criminale della cultura politica di un governo che indica negli immigrati il capro espiatorio imitando sempre più da vicino gli orrori del ventennio fascista.
La scelta di disobbedienza annunciata dai sindaci di alcune importanti città rappresenta un fatto politico e di civiltà che deve essere sostenuto. È da incivili e disumani, infatti, lasciare la gente in mare; è da incivili e disumani negare il permesso di soggiorno a migliaia di profughi che hanno già ricevuto la protezione umanitaria per lasciarli in balia di se stessi senza più aiuti e consegnarli deliberatamente alla clandestinità in balia di schiavisti e della malavita.
Chiediamo ai sindaci del vicentino di garantire ai richiedenti la residenza anagrafica, con la possibilità di fruire dei sevizi sanitari e sociali fondamentali, cioè un minimo di sicurezza senza il quale è impensabile qualsiasi percorso di integrazione. Facciamo appello alla cittadinanza, alle forze politiche democratiche, alle organizzazioni sindacali, al mondo dell’associazionismo e del volontariato perché sia rafforzata la mobilitazione concreta in solidarietà di chi ne ha bisogno, sulla base dei principi e dei valori della nostra Costituzione. È necessario la ripresa di un percorso che riporti all’ordine del giorno il tema della giustizia sociale e del riscatto delle classi popolari dopo decenni di sconfitte e di immiserimento. Ed è necessario più che mai sconfiggere la guerra tra poveri, tra lavoratori che questo governo sta fomentando.
Il Decreto Sicurezza ci costringerà alla disobbedienza, visto che qualsiasi manifestazione sarà considerata come occupazione. Occuperemo le strade, le piazze, le scuole, le case, i tetti delle fabbriche e le fabbriche se necessario per la tutela dell’ambiente, della salute, del diritto allo studio, alla casa, al lavoro e alla pensione dignitosa. Per questo disubbidiremo al decreto Salvini e ci atterremmo a quanto dettato dalla Costituzione.. Questo governo dovrà preparare nuove carceri perché quelle già esistenti e sovraffollate, non saranno in grado di contenere tutto un popolo.