La stretta alle cessioni dei crediti di cui all’art. 28 del decreto Sostegni ter, pensata per arginate il pericolo di frodi fiscali legate agli interventi Superbonus, ha già avuto l’effetto di indurre alcuni operatori del settore bancario e finanziario a ritirarsi di fatto dal mercato delle cessioni del credito.
Il caso più clamoroso è quello di Cassa Depositi e Prestiti, che ha comunicato la chiusura della linea di servizio denominata Bonus Edilizi. Si aggiungono Poste Italiane, che hanno disposto l’inoperatività della piattaforma dedicata alla cessione dei crediti per raggiungimento del budget.
La stretta retroattiva sul Superbonus e sugli altri bonus edilizi, della cui legittimità costituzionale vale quantomeno dubitare, rischia di avere l’effetto inverso a quello di favorire la ripresa e una reale transizione ecologica e di piegare definitivamente imprese già in gravissimo affanno.
Pur riconoscendo la necessità di marginalizzare condotte fraudolente, è evidente che il divieto di cessioni plurime del credito fiscale segni una fallimentare battuta d’arresto per gli investimenti, in corso e futuri, e apra il varco al blocco dei cantieri (già avviati per circa 16,2 miliardi di euro di investimenti solo per il Superbonus 110%), lasciando le aziende italiane alle prese con ingenti detrazioni (delle quali non saranno in grado di fruire) ed oneri economici da sostenere per remunerare fornitori, subappaltatori, dipendenti e materie prime.
A regime invariato, i committenti saranno chiamati a esporsi in prima persona per finire lavori in corso d’opera e, in verosimile prospettiva, concordati e fallimenti ne lasceranno molti incompiuti. Senza considerare che, al netto dei contenziosi che comunque seguiranno, alla paralisi del settore riusciranno a sopravvivere solo le imprese dotate di forte liquidità, tante delle quali si scoprono attingere a capitali di provenienza molto dubbia.
Già con il comunicato dello scorso 22 gennaio, Meritocrazia Italia mostrava preoccupazioni per i possibili effetti anti-bonus del c.d. decreto anti-frode.
Oggi chiede un intervento correttivo anche al nuovo decreto Sostegni ter, con
– ripristino della possibilità di operare cessioni multiple del credito;
– diverso impegno nel monitoraggio delle attività degli enti operanti nel mercato bancario e finanziario, comprese le controllate dal MEF, Cassa Depositi e Prestiti e Poste italiane;
– migliore tracciabilità delle operazioni, previa elaborazione di una mappatura precisa del fenomeno delle frodi.
Soprattutto sollecita l’apertura di un tavolo istituzionale di discussione che coinvolga tutti i soggetti interessati: imprenditori, agenzie fiscali, istituti di credito.
Le storture non si correggono mettendo in ginocchio un comparto già da troppo tempo mortificato, ma predisponendo strumenti utili a bilanciare contrasto alle condotte infedeli e accessibilità dei benefici.
Meritocrazia Italia
Il Presidente Walter Mauriello