Ok al Decreto Unico sul Covid: il Consiglio dei Ministri lo ha approvato oggi nel corso della sua prima seduta operativa.
Approvate anche le misure preannunciate per i rave party (vedi Modena, ndr) e il carcere ostativo. L’attuazione della riforma Cartabia è stata rinviata al 30 dicembre, mentre è stata approvata la nomina dei sottosegretari e dei viceministri.
Tornanando al Decreto Unico Covid, stop a partire da domani primo novembre all’obbligo vaccinale per medici e professioni sanitarie. I dettagli alle 16 e 30 nel corso di una conferenza stampa indetta dalla premier Meloni con i ministri Piantedosi, Nordio e Schillaci.
Lungo quanto entusiasta commento in merito da parte del presidente della regione Veneto, Luca Zaia.
“Le scelte adottate dal Consiglio dei Ministri in materia di Covid mi trovano d’accordo – ha detto -: sono decisioni improntate al buon senso, che garantiscono la sicurezza là dove serve.
Il rientro in servizio dei sanitari non vaccinati ad esempio – ha aggiunto Zaia – è una misura che io stesso auspico da tempo, anche perché l’approccio generale verso questo virus nel tempo deve inevitabilmente cambiare, andando verso una situazione di convivenza, dove, più delle norme, vale l’attenzione e l’intelligenza nei comportamenti di ogni singolo individuo.
Il rientro in servizio di migliaia di sanitari inoltre, costituisce un grande aiuto per dare una risposta alla carenza di medici che sta interessando tutta Italia. In Veneto sono attualmente 605 gli operatori della sanità sospesi pronti a rientrare, dei quali 12 medici, 182 infermieri, 202 operatori socio sanitari: ci sono anche alcuni farmacisti, biologi, tecnici e personale amministrativo. Da inizio pandemia il totale dei professionisti sanitari sospeso è stato di 2516 persone, con 98 medici, 1060 infermieri, 597 operatori socio sanitari, 272 amministrativi, 133 tecnici.
Condivido – ha poi proseguito il governatore Veneto – anche la scelta di mantenere l’obbligo della mascherina all’interno degli ospedali e dei luoghi di cura in generale, dove ci sono persone malate e quindi in condizioni di particolare debolezza, che vanno protette, anche del possibile veicolo del virus costituito dai visitatori.
Si tratta di un approccio pragmatico, concreto, che interferisce poco con la vita di tutti i giorni della stragrande maggioranza dei cittadini, ma invece continua a proteggere i pazienti, come peraltro richiesto anche dagli stessi rappresentanti dei medici e delle professioni sanitarie.
La mascherina negli ospedali è un segno di rispetto e attenzione nei confronti dei ricoverati e degli operatori, ormai ampiamente condiviso e diventato di uso comune in tutti i reparti.
Con l’occasione voglio mandare un messaggio di vicinanza, direi affetto, a tutti i sanitari che hanno deciso in questi mesi di restare in prima fila a combattere il Covid. Sono moderni eroi ai quali il Veneto deve davvero moltissimo”.