Pubblicato alle 10 circa, aggiornato col video del dibattito alle 22.58. Il primo dibattito su VicenzaPiu.tv tra alcune associazioni di risparmiatori vittime di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca (tutte sono state invitate a turno) sulla legge 205, dopo la presentazione in esclusiva da parte di VicenzaPiu.com lo scorso 20 agosto della bozza “secretata” del suo decreto attuativo e dopo le battaglie che ne sono seguite da parte delle Associazioni Unite per il Fondo, che quella norma hanno ideato e sostenuto tra mille difficoltà, è stato di ulteriore buon auspicio.
Dopo i mille ostruzionismi dei seguaci ingannati da don Enrico Torta, Andrea Arman e Luigi Ugone, che sono costati mesi di ritardo al suo inizio di attuazione, prima Massimo Bitonci (Lega) e poi Alessio Villarosa, (M5S), i due sottosegretari del MEF, ne hanno annunciato la partenza con una dotazione incrementata di 600 milioni nel primo anno e con le risorse incrementabili prelevandole, come le prime dotazioni, dai fondi dormienti “in favore di risparmiatori che hanno subito un danno ingiusto, riconosciuto con sentenza del giudice o con pronuncia degli arbitri in ragione della violazione degli obblighi di – informazione, – diligenza, – correttezza e trasparenza“: cioè la gran parte dei circa 210.000 soci delle due banche venete (oltre che di quelli delle 4 banche risolte a cui pure la legge si applica) che in un anno qualunque hanno sottoscritto o acquistato e/o ereditato e/o non venduto (inclusi quelli che hanno aderito all’Opt di cui va solo defalcata la quota incassata). Ovviamente sulla base del danno subito: prezzo di sottoscrizione/acquisto più rivalutazione e interessi…
Hanno discusso oggi con me di questo nuovo successo (nel video che a breve pubblicheremo qui) l’avv. Franco Conte, presidente di Codacons Veneto e uno dei leader del Coordinamento Risparmio Tradito, e Simone Bassotto, socio che ha perso 130.000 euro in azioni BPVi, che ha incassato la transazione, che rappresenta il Comitato Nazionale Soci BPVi e che è uscito con Francesco Celotto dall’Associazione Soci Banche Popolari Venete, che è, comunque, la prima e per ora unica del gruppo don Torta ad accettare il nostro invito (sarà da noi la prossima settimana con altri ospiti) a discutere apertamente, non nel chiuso delle congreghe e magari con un nuovo spirito di collaborazione per il bene comune dei soci risparmiatori e obbligazionisti delle banche.
Per affrontare la discussione e l’informazione sui dettagli e sulle prospettive dell’applicazione della 205, per la cui attuazione reale e in tempi più stretti del 31 gennaio fissato nel Milleproroghe come termine ultimo per il decreto attuativo, lo hanno detto entrambi, è, però, opportuno vigilare e pressare il più possibile il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, i due ospiti hanno preso lo spunto dalla svolta dicui all’articolo de Il Fatto Quotidiano che qui riproponiamo.
VERSO IL DEF
Manovra, arriva il collegato banche: 600 mln ai truffati
ETRURIA & C. – PALAZZO CHIGI VUOLE QUINTUPLICARE LE RISORSE PER LE VITTIME DEI CRAC. SCONTRO CON TRIA SUL RICORSO ALL’INDEBITAMENTO
La novità è rilevante, vista la delicatezza della materia e i guai che ha causato al precedente governo. L’esecutivo gialloverde studia un decreto “collegato” alla manovra dedicato alle banche (nella foto la delegazione delle Associazioni Unite per il Fondo ricevuta alla Camera dei Deputati dai vari gruppi il 12 settembre scorso, ndr). O meglio ai “truffati” dagli istituti di credito, le migliaia di risparmiatori tosati dalla “risoluzione” di Banca Etruria & Co. e delle Popolari venete (Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, ndr). L’indicazione dovrebbe arrivare nella nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza (DEF) che il governo approverà giovedì e su cui ancora non ha trovato la quadra sul deficit.
L’obiettivo è potersi presentare subito con un provvedimento dal forte impatto pubblico. Il progetto, a cui lavora il sottosegretario all’Economia Alessio Villarosa (M5s), prevede di quintuplicare le risorse per il fondo di ristoro per azionisti e obbligazionisti delle banche finite in dissesto. Fondo istituito dal governo Gentiloni. Ora il fondo ha a disposizione solo 100 milioni, 25 l’anno dal 2019 al 2021, attingendo ai cosiddetti “fondi dormienti“, cioè i depositi di denaro, libretti di risparmio, conti correnti etc. che non vengono toccati da 10 anni (trascorsi altri 10 possono essere presi dallo Stato). In realtà quel fondo è molto più capiente. Secondo i dati consegnati a Villarosa, ad agosto “cifrava” a 1,544 miliardi. Di questi, 500 sono già usabili perché andati in prescrizione, cifra che salirebbe a 650 nel 2019 e di circa 100 milioni ogni anno per i prossimi 10 anni. L’idea è collegare alla manovra un decreto che alza il fondo di 600 milioni già nel 2019, con le risorse che salirebbero nel triennio. Fondo, peraltro, mai partito perché il governo Gentiloni s’è scordato di approvare il decreto attuativo con i criteri di ammissione.
Finora solo gli obbligazionisti di Banca Etruria, Marche, CariFe e CariChieti oltreché di Pop Vicenza e Veneto Banca hanno potuto ottenere, non tutti e solo per l’80% della cifra persa, il rimborso al fondo di solidarietà, alimentato dal settore bancario. Finora sono stati rimborsati 15.443 obbligazionisti (su 16mila richieste). Una parte dei bondisti si è rivolta all’arbitrato Anac per riavere l’intera cifra persa (finora sono stati liquidati 15 milioni a 419 risparmiatori, su 1.700 che si sono rivolti all’Autorità anticorruzione). Dalla partita sono rimasti fuori tutti gli azionisti, parliamo di oltre 100 mila persone, al netto di quelli delle popolari venete che hanno chiuso i contenziosi accettando l’offerta forfettaria avanzata dagli istituti, che hanno perso una cifra intorno ai 4 miliardi.
Anche per loro il governo Gentiloni aveva messo a disposizione solo 25 milioni l’anno per 3 anni. Salvo sorprese, il collegato banche dovrebbe alzare la cifra a 600 milioni. Tra gli obiettivi c’è anche quello di semplificare i criteri di accesso eliminando l’onere della prova per quanti hanno acquistato bond e azioni dopo il 2008, quando è cambiata la normativa a tutela dei risparmiatori. Nel testo potrebbero finire anche altre misure a tutela di famiglie e aziende in difficoltà esposte con gli istituti di credito…
di Carlo Di Foggia, da Il Fatto Quotidiano