DEF, Walter Mauriello (presidente di Meritocrazia Italia): con la sua approvazione si porti nuova linfa al tessuto produttivo

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Dal Def nuova spinta allo sviluppo
Dal Def nuova spinta allo sviluppo

Come se la pandemia non fosse sufficiente a rallentare la crescita economica del Paese, l’improvviso conflitto bellico aggiunge incertezza al momento storico e alimenta divisioni e iniquità – afferma nella nota sul DEF che pubblichiamo sulla dipendenza energetica Walter Mauriello presidente di Meritocrazia Italia (qui le altre note su ViPiù.it dell’associazione, ndr) -.

Questo scenario ha fatto da cornice all’approvazione del DEF (Documento Economico Finanziario), che ha dovuto fare i conti anche con il caro energia e con l’aumento della spesa per la difesa concordato con la NATO.

Purtroppo il trend di crescita ipotizzato dovrà essere rivisto al ribasso di almeno due punti percentuali (dal 4,7% al 2,8%).

Nelle proiezioni, si teme pessimisticamente una crescita del PIL ridotta all’1,9% per il 2022 e all’1,6% per il 2023, e qualcuno paventa addirittura l’apertura di una fase di recessione entro un paio d’anni.

L’impatto sulla produzione industriale passerebbe dall’+11,7% del 2021 al +1,5%, sempre che nella seconda metà del 2022 le cose migliorino. Gli investimenti fissi lordi, dopo l’incoraggiante +17% del 2021, quest’anno aumenterebbero solo del +4,5% colpendo la propensione a investire delle imprese proprio quando più servirebbe per la realizzazione del PNRR.

Dato lo stato dell’arte, servono decise strategie economiche a sostegno dell’industria e della modernizzazione della p.a., anche a costo di uno scostamento di bilancio.

I due decreti emanati nel mese scorso per contrastare il caro prezzi di energia, benzina e materie prime non sono certo sufficienti a dare sicurezza e sostegno al sistema produttivo.

Serve un ulteriore sforzo da parte del Governo per dare nuova linfa al tessuto economico del Paese.

Qualcosa è stato fatto, ma il momento vale un sacrificio in più. Meritocrazia Italia torna a chiedere adeguati investimenti nei settori pubblici e incentivi a quelli privati realmente utili a dotare il Paese di infrastrutture moderne, al fine di migliorare il sistema produttivo e sviluppare il capitale umano mettendolo al passo con le innovazioni tecnologiche.

Considerato il rischio rappresentato da investimenti produttivi più bassi e da una forte incertezza nella domanda, Meritocrazia invoca sostegni, garanzie e incentivi a favore delle imprese, soprattutto a fronte dell’aumento dei costi delle materie prime, e, come già proposto in più occasioni, una seria programmazione nella ricerca di fonti di energia rinnovabili.

Sollecita (nel DEF, ndr) la predisposizione di crediti di imposta a beneficio delle imprese italiane che oggi non riescono a sostenere i costi produttivi e per questo si vedono costrette ad abbandonare la produzione. In particolare, chiede nuovamente l’innalzamento del contributo straordinario a parziale compensazione dei maggiori oneri sostenuti, sotto forma di credito di imposta, a beneficio delle «imprese a forte consumo di energia elettrica», portandolo dal 20% delle spese sostenute per la componente energetica acquistata ed effettivamente utilizzata nel primo trimestre 2022 alla soglia del 50% e senza limitazione dell’utilizzo ad esclusivi fini compensativi del credito di imposta.