Contrordine sulla Dengue: non sono gravi solo i casi da infezione secondaria, ma anche chi si infetta per la prima volta può ammalarsi seriamente. Mentre l’Italia alza il livello d’allerta negli aeroporti, uno studio pubblicato su ‘Nature Medicine’ accende i riflettori sulla malattia e sui sintomi.
L’analisi dei casi di Dengue grave in un ampio gruppo di bambini in India ha dimostrato che più della metà potrebbe essere attribuita a un’infezione primaria piuttosto che secondaria. Negli ultimi due decenni, le infezioni da Dengue sono aumentate notevolmente, particolarmente in India.
Con 4 sierotipi del virus, in genere i pazienti con questa malattia si dividono in due categorie: quelli che contraggono l’infezione per la prima volta, noti come affetti da infezioni primarie, e quelli che vengono reinfettati dopo una precedente esposizione, noti come affetti da infezioni secondarie.
Tradizionalmente, si riteneva che solo le infezioni secondarie comportino rischi significativi, portando gran parte della ricerca sullo sviluppo del vaccino e sul trattamento a concentrarsi su questo gruppo.
Il nuovo studio condotto in India e basato su un ampio campionamento ha dimostrato, invece, che non solo le infezioni secondarie, ma anche quelle primarie possono essere gravi e mettere a rischio la vita dei pazienti.
Questa scoperta suggerisce la necessità di rivalutare la comprensione della Dengue e soprattutto le strategie impiegate per combatterla. “L’infezione da virus della Dengue è un enorme problema di salute pubblica – sottolinea Anmol Chandele, responsabile dell’Icgeb-Emory Vaccine Program all’Icgeb di Nuova Delhi e autrice dello studio – molti pazienti sviluppano una malattia grave che a volte può essere anche fatale.
Tuttavia, gran parte della ricerca in corso sull’intervento vaccinale si basa sulla convinzione, attualmente diffusa a livello globale, che le infezioni primarie di Dengue non siano generalmente pericolose.
Il nostro studio mette in discussione questa convinzione attualmente diffusa”, accendendo i riflettori sulle infezioni primarie. Questo risultato ha implicazioni importanti per lo sviluppo e l’implementazione di strategie vaccinali efficaci e sicure, non solo in India. In Italia, afferma Alessandro Marcello, responsabile del laboratorio di virologia molecolare dell’Icgeb che opera nell’Area Science Park di Trieste, “nel 2023 abbiamo avuto il più alto numero di casi e di trasmissioni autoctone di Dengue finora.
I cambiamenti climatici soprattutto, ma anche gli spostamenti delle persone, sono i maggiori responsabili della circolazione in nuove aree. Lo studio dei colleghi indiani ci dimostra la necessità di proteggere anche la nostra popolazione fin dal primo incontro con il virus”.
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