Detenuti scarcerati dal Governo e controllati tramite braccialetti elettronici? Semenzato (LN): “misura folle”

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“Dopo quaranta giorni di lock down totale, e nella massima incertezza di cosa potranno fare cittadini, imprenditori, partite IVA, artigiani, negozianti, agricoltori, il Governo apre le porte delle celle ai detenuti, con il rischio che vengano fatti uscire anche quelli più pericolosi, tra cui alcuni mafiosi, a discrezione del giudice. Come annunciato ieri dai ministri Lamorgese, De Micheli e Spadafora, durante il ‘QQuestion time’ in Senato, i carcerati saranno tenuti sotto controllo da braccialetti elettronici. Davvero pensano che questa misura possa essere sufficiente?”.

Il problema “sulla giustizia italiana”, soprattutto durante l’emergenza Coronavirus, è posto dal consigliere regionale della Lega Alberto Semenzato, che afferma:

“Noi cittadini non ci sentiamo affatto garantiti da queste misure, perché in questo modo i criminali potranno agire indisturbati, e anzi saranno ulteriormente agevolati, trovandosi nella propria abitazione. Non c’è alcuna garanzia che questi soggetti non si comporteranno come nel loro costume. Sia chiaro che chi decide per queste scarcerazioni dovrà rendersi responsabile penalmente di ogni eventuale e futuro atto delinquenziale, visto che sarebbe stato possibile evitare la scarcerazione di queste persone”. “Chi è rinchiuso in una cella ha sicuramente meno possibilità di essere infettato rispetto a un dipendente che lavora in un supermercato – osserva Semenzato –  Avevano già toccato il fondo, ora stanno scavando ulteriormente”.

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