Il deterioramento mentale, cognitivo e intellettivo a volte arriva a piccoli passi a volte il suo avanzamento è galoppante tanto da lasciare spiazzarti i familiari che, da anni, vivono a fianco di chi rimane colpito da tale malattia fortemente invalidante.
Diciamolo fin da subito, giusto per non crearsi inutili illusioni, che non c’è cura né rimedio per guarire o almeno tentare di arginare questa patologia.
L’unico gesto che può alleviare la sofferenza di chi ne soffre è di stargli vicino e di tentare con calma, pazienza e corretta informazione di portarlo passo dopo passo alla presente realtà dei fatti, dei dati e della morfologia del territorio.
Dobbiamo essere consapevoli che la strada a fianco di tali pazienti, è in perenne salita e volte si attraversano buie e interminabili gallerie in fondo alle quali sappiamo, noi che abbiamo l’uso della ragione, che la luce non potrà mai apparire: semplicemente perché lo sbocco dell’A31 Valdastico Nord, sia esso in direzione Besenello o in direzione Rovereto, è di per sé frutto di un deterioramento mentale che si è protratto negli anni.
Ma al dramma si aggiunge un altro motivo di sofferenza ed è quello di non riuscire a far trovare pace e serenità al paziente, anzi ai paziente, che non sanno far altro dal mattino alla sera ripetere le stesse parole “Opera strategica”, “Se ne parla da decenni”, “Chiediamo alle parti sociali (sarebbe bello sapere a chi pensano…) di starci vicino”, “Volàno per l’ economia”, ”Posti di lavoro”; ma ciò che più ci ha fatto comprendere lo stadio avanzato della demenza, e pertanto la sempre più lontananza dalla realtà delle persone sopra citate, è stata la frase-tracciato “Casotto-Rovereto sud”.
A noi, che da anni amorevolmente assistiamo, sosteniamo e soprattutto informiamo i politici e i capi delle varie cordate pseudo moderniste-progressiste, son scese le lacrime dagli occhi: lo stadio della malattia degenerativa è al suo epilogo.
E non è, come ha detto un sindaco di giovane età, “Fantascienza”! Il semplice pensare all’A31 Valdastico Nord è demenza; il pensarla con sbocco a Rovereto è pura demenza che viaggia, oltretutto, in doppia corsia!
La Provincia di Vicenza diffonde una nota in cui avverte che l’opera viaggia “A piccoli passi, ma sicuri”. Ebbene sì: i piccoli passi ci stanno ma vanno verso la totale immobilità dei pazienti.
La letteratura sulla demenza concorda.
A noi assistenti impenitenti e coraggiosi rimanga lo sforzo, non vano, del tentativo di farli rinsavire!
Irma Lovato Serena