Un accordo “innovativo” secondo i sindacati CGIL, CISL e UIL e la Regione Veneto. Un “ricatto” secondo il sindacato USB che rappresenta le sette lavoratrici licenziate, a fronte dei quasi 300 lavoratori che invece hanno accettato l’accordo. Ricatto, secondo il sindacato di base, perché l’alternativa alla rinuncia di quelli che secondo loro sono diritti garantiti per legge era perdere il lavoro. Accordo che oltretutto, ribadisce ancora USB è stato fatto in deroga al contratto nazionale.
Questi temi sono stati oggi al centro del presidio di Massimo D’Angelo, per 30 anni in CGIL, e delle 7 lavoratrici licenziate, davanti la CGIL di Vicenza, in merito alle vicende che riguardano i cantieri della DHL SUPPLY CHAIN in appalto per conto di OTB spa nella Provincia di Vicenza, tra cui Isola Vicentina e Noventa Vicentina, dopo la disdetta anticipata da parte della Dhl Supply Chain ad OTB spa (cfr. Venerdì 5 novembre presidio Usb davanti la sede della Cgil di Vicenza contro accordo sulla logistica con OTB di Rosso).
D’Angelo e le lavoratrici stamattina chiedevano che Giampaolo Zanni, segretario provinciale CGIL Vicenza, scendesse a spiegare l’accordo, che secondo loro è ben diverso da quanto riportato con entusiasmo dai giornali. Anche noi di ViPiù abbiamo sentito Zanni, soprattutto per avere un parere sul paradossale scontro tra sindacati, una guerra tra “poveri” diversa dalla classica unione sindacale contro i padroni, ma il segretario ha preferito non commentare. Questa è invece la replica di Filt-Cgil alle accuse di USB da noi riportate ieri.
“Presso la DHL Supply Chain di Isola Vicentina c’è stato l’ennesimo cambio di appalto. Cgil-Cisl e Uil hanno fatto un contratto innovativo, sperimentale, che deroga dal contratto collettivo nazionale di lavoro” ha detto D’Angelo. “Hanno vincolato il passaggio alla firma di un verbale di conciliazione che azzerava tutti i debiti della DHL e delle cooperative e società che in 10 anni hanno lasciato debiti nei confronti dell’erario e dei lavoratori per milioni di euro. O firmi o sei fuori, un ricatto. Il diritto al passaggio è un diritto di legge, un diritto costituzionale, contrattuale. I lavoratori e lavoratrici hanno firmato piangendo. La DHL Supply Chain è inquisita dalla magistratura di Milano perché ha utilizzato cooperative e consorzi per mero sfruttamento. DHL va via dopo 10 anni perché il rapporto commerciale non regge più. Tutte le altre società andavano via per lo stesso motivo. Dove sono finiti i soldi? Perché il rapporto non regge? Mai era stato fatto firmare un verbale di conciliazione legato all’assunzione“.
“Avete legato il passaggio da un’azienda a un’altra, che era un nostro diritto, a una conciliazione” ha aggiunto una delle lavoratrici licenziate. “Non è giusto firmare una conciliazione che chiude una storia di 12 anni. Quest’anno per l’ennesima volta c’è stato un cambio di appalto. State stroncando una vertenza che noi avevamo iniziato 10 anni fa“.