ANSA: “Per Di Maio lo Stato dovrebbe garantire mezz’ora gratis di Internet a chi non può permetterselo: «La connessione ad Internet diventi un diritto primario di ogni cittadino. Siamo al lavoro per tutelare questo diritto. Immagino uno Stato che interviene e fornisce gratuitamente una connessione a Internet di almeno 30 minuti al giorno a chi non può ancora permettersela».” Stupefacente! In ogni senso. In un paese dove da inizio anno a ieri ci sono stati 352 morti nei luoghi di lavoro, dove si vogliono “censire” (leggi “schedare”) le persone per etnia (cfr. Salvini e i rom); dove si è costretti a lavorare per retribuzioni infime (600 euro al mese tutto compreso è una “paga” normale per le false partite iva) o gratuitamente (vedi l’alternanza scuola-lavoro);…
… dove si mette in discussione il diritto di sciopero, dove si uccidono i sindacalisti che lottano per i diritti dei braccianti (ricordiamo con commozione Soumaila Sacko); dove si vogliono abbassare le tasse ai ricchi (flat tax) perché così “gira l’economia”; dove non si vogliono accogliere i migranti (che “ci rubano il lavoro”); dove proliferano sfruttamento, caporalato e ricatto occupazionale; dove la salute ha un prezzo e la sanità viene privatizzata; dove l’istruzione viene massacrata; dove risulta problematico affermare che l’informazione sia libera; dove lorsignori evadono le tasse, corrompono e si fanno corrompere (e la cosa è ritenuta normale) … in un paese come il nostro, dicevo, per Luigi Di Maio (diventato ministro del lavoro senza “faticare”) la “connessione ad internet è un diritto primario di ogni cittadino”?
Avrebbe detto Totò: ma mi faccia il piacere!