Diabete, Motore Sanità: Emilia-Romagna, Toscana e Lazio a confronto, per cercare di migliorare la vita dei pazienti e delle loro famiglie

L’impegno è corale e condiviso: contro le disuguaglianze, che la pandemia ha evidenziato, si deve fare di più

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Proseguono i tavoli di confronto Regionali promossi da Motore Sanità insieme a Diabete Italia, per fotografare quella che è la situazione attuale del diabete nel nostro Paese – scrive nella nota che pubblichiamo Motore Sanità (qui alcune altre comunicazioni su ViPiu.it, ndr) -. Questa volta le Regioni prese ad esame sono state l’Emilia-Romagna, la Toscana e il Lazio.

Per ciascuna di esse clinici (specialisti e medici di medicina generale), istituzioni, caregiver, farmacisti e pazienti sono intervenuti, portando ad esempio best practice e sottolineando le problematiche rilevate, con il comune intento di migliorare la vita dei pazienti e delle loro famiglie.

“Ben vengano questi eventi di confronto tra le varie voci che riguardano la diabetologia”, ha commentato Concetta Suraci, Past President Diabete Italia, nel corso del webinar in questione, dal titolo “La pandemia diabete in Emilia-Romagna, Toscana e Lazio”“A mio parere, fanno parte di tutto ciò che c’è stato di positivo – con la telemedicina e con la gestione e da remoto – che l’emergenza Covid ha sollecitato”.

Dello stesso parere Roberta Mori, Consigliere IV Commissione Politiche per la Salute e Politiche Sociali Regione Emilia-Romagna: “In Emilia-Romagna ascoltiamo e sosteniamo il Terzo settore e l’associazionismo diffuso – ha dichiarato la Consigliera – e lavoriamo affinché questo impegno si traduca in servizi sociosanitari accessibili, equi e capaci di assicurare insieme alla cura e ad una presa in carico olistica e al contempo personalizzata, anche il protagonismo informato dei pazienti con cronicità diabetica.”
“La disponibilità di farmaci innovativi per i bambini e tutte le persone affette da diabete mellito in regione – ha poi sottolineato Mori nel suo intervento – sarà accompagnata da una formazione adeguata sull’uso del medicinale rivolta non solo a operatrici e operatori sanitari e sociosanitari ma anche ai caregiver familiari.” Secondo la Consigliera regionale proprio alle bambine, bambini e adolescenti e alle madri caregiver che hanno sofferto in modo acuto le difficoltà dell’emergenza sanitaria Covid, va offerta un’attenzione in più in termini di prossimità delle strutture e di un’assistenza multidisciplinare. “Co-morbilità e cronicità sono sfide da affrontare senza indugio, anche in età pediatrica – ha proseguito – in tal senso, il percorso della medicina e della salute di genere che pure in ambito diabetologico ha visto approfondimenti e ricerche di grande importanza, deve diventare prassi terapeutica e cultura condivisa.”

“Quello che spesso si riscontra è la disomogeneità, presente addirittura all’interno della stessa Regione”, sottolinea Donatella Spadi, Componente III Commissione Tutela della Salute Consiglio Regionale, Regione Toscana. “Parlare e cercare di trovare temi condivisi è un percorso finalizzato a portare un miglioramento alla vita di questi pazienti. Io credo che l’innovazione tecnologica, soprattutto per quello che riguarda i vari device che ci sono per il controllo della glicemia, sia estremamente importante”.

Elisa Forte, Presidente AMD Lazio, ha sollevato un’altra questione, il fatto cioè che i Centri di diabetologia pediatrica siano stati notevolmente ridotti.

“Sono rimasti solo 3 e tante sono le difficoltà che le famiglie di questi bambini devono affrontare”, ha spiegato. Come Società scientifica, però, stiamo cercando di superare questa grande lacuna, promuovendo la formazione di pediatri a livello periferico – questo sta succedendo per l’Asl di Latina, l’Asl di Frosinone e l’Asl di Rieti, che sono le 3 Asl scoperte dalla diabetologia pediatrica – grazie alla collaborazione dei pediatri ospedalieri. Nella Regione Lazio abbiamo avuto un Piano Regionale che è stato anche precocemente adottato e molto ricco di tante sfaccettature utili alla soluzione delle problematiche del diabete. Costruito insieme alle Società scientifiche e alle Associazioni dei diabetici, è un bel Piano che, però, non si è potuto realizzare in tutti i suoi aspetti. Quello che è rimasto carente e applicato a macchia di leopardo nella nostra Regione, è stata la presa in carico da parte della medicina di base dei pazienti a bassa complessità. Perché i Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali (PDTA) con la medicina di base sono stati ipotizzati, ma nella realizzazione trovano tante difficoltà. Altro problema grande è la carenza di risorse dedicate: non abbiamo disponibilità adeguata di infermieri, di dietisti, di podologi: figure che fanno della diabetologia una specialistica di eccellenza. I nostri infermieri vengono scelti, senza che abbiano una formazione specifica”.