Gentile direttore – ci scrive Alfredo Belluco presidente Veneto e vice presidente ConfederContribuenti – il grande Fabrizio De André cantava: “dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior.“. Niente di più vero, ma solo per i truffati dalle banche coinvolte: Intesa San Paolo, Unicredit, Monte dei Paschi di Siena, Banca Aletti, Banco Popolare di Verona ora Banco BPM, che ci hanno guadagnato, eccome.
Belluco: “dai diamanti non nasce niente…”: E se ci fosse anche usura?
Come é noto, la vera truffa era nel gonfiamento del prezzo all’origine, su cui passavano commissioni stratosferiche, fino al 24,5%. Oltre a nomi altisonanti come Vasco Rossi che ha dichiarato di essere stato indotto all’acquisto dal direttore di filiale, sembra siano coinvolti 150 mila risparmiatori.
Dai titoli dei giornali la “capitale” della truffa dei diamanti risulta essere Verona e la locale Banca Popolare ora Banco BPM sembra sia l’unica che non voglia risarcire i risparmiatori. Quello che mi chiedo; perché non viene contestato il reato di associazione per delinquere finalizzata alla truffa?
Si cerca di addossare la responsabilità ai singoli direttori e al direttore generale e invece è più che probabile che sia tutta la BPM (come le altre banche) coinvolta, essendo migliaia i truffati, solo a Verona e provincia.
Oltre alla ovvia e naturale restituzione del maltolto, i vertici dei vari consigli di amministrazione, dovrebbero rispondere pesantemente in sede penale delle loro malefatte.
Se verrà accertata l’usura, in quanto le commissioni erano palesemente usurarie sopra la soglia massima consentita dalla legge, ben più grave si profila la rilevanza penale dei soggetti coinvolti nel caso diamanti.
Alfredo Belluco presidente Veneto e vice presidente ConfederContribuenti