Il sostegno di 200 euro a lavoratori e pensionati sotto i 35.000 euro è un primo segnale che va nella giusta direzione ed è frutto delle richieste che, come Cgil, Cisl e Uil, avanziamo da tempo al Governo. Messaggio che abbiamo ribadito con forza anche martedì mattina durante l’incontro a Palazzo Chigi.
Si è così passati dai 6 miliardi di euro di aiuti, previsti inizialmente, a 14 miliardi, tassando ulteriormente gli extra profitti delle aziende dell’energia. Si tratta però solo di un piccolo sollievo, insufficiente a contrastare con efficacia la crescita dell’inflazione che, già ai livelli attuali, brucerà 5 punti di salari e pensioni.
Per affrontare l’emergenza in corso serve uno scostamento di bilancio per finanziare interventi più consistenti e strutturali, altrimenti le persone faranno sempre più fatica ad arrivare a fine mese e la conseguente depressione della domanda interna ci porterà verso la recessione, danneggiando pesantemente il tessuto produttivo.
È positivo che il Governo abbia finalmente compreso che la fascia di reddito da sostenere è quella sotto i 35.000 (vi rientrano il 94% dei pensionati e l’85% dei lavoratori veneti). Sul tema, lo scorso 16 dicembre, abbiamo indetto insieme alla Uil uno sciopero generale, che l’Esecutivo ha definito ingiustificato. I fatti, purtroppo, ci stanno dando ragione. Ci auguriamo che anche la riforma fiscale – attualmente in discussione in Parlamento – tenga conto della realtà. Una realtà che, ormai, è sotto gli occhi di tutti.
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Fonte: Dichiarazione di Tiziana Basso, segretaria generale Cgil Veneto , CGIL Veneto