In tema di diffamazione a mezzo stampa – riporta PrimaComunicazione – su cui è al lavoro la commissione Giustizia del Senato, si profila una separazione del tema della liti temerarie e la prosecuzione dell’esame su una corsia separata e dai tempi accelerati. E’ quanto è emerso al termine delle audizioni che si sono svolte oggi e che hanno visto partecipare il presidente dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Verna, il presidente e il segretario generale Fnsi, Giuseppe Giulietti e Vittorio Di Trapani), il direttore generale Fieg, Fabrizio Carlotti e il presidente e il segretario generale di Ossigeno per l’informazione, Alberto Spampinato e Giuseppe Mennella.
Valuteremo seriamente questa possibilità, suggerita e caldeggiata da tutti gli auditi, anche per evitare quanto successo nelle passate legislature. Ovvero che la complessità dei temi affrontati determini una situazione di impasse” ha dichiarato la relatrice del provvedimento, Alessandra Riccardi (M5S). “Naturalmente questa eventualità sarà valutata dalla commissione nelle sue prossime riunioni. Terremo conto delle istanze emerse dalle audizioni. C’è anche da osservare che sul tema delle liti temerarie nella passata legislatura si era registrato l’accordo di tutti i gruppi” ha aggiunto l’esponente pentastellata.
Si starebbe tornando quindi all’impostazione originaria, con l’esame del ddl a prima firma del senatore M5S, Primo Di Nicola specificatamente sulle querele temerarie, a cui si era aggiunto l’esame del ddl a prima firma Caliendo che riproponeva l’intero complesso delle norme sulla diffamazione a mezzo stampa già affrontato (senza portarlo a compimento) nella passata legislatura. “La mia è una legge semplice e breve: vogliamo evitare che come in passato ci si areni in Parlamento a causa dell’appesantimento del contenuto e del dibattito” ha dichiarato Di Nicola.
“Considero questa tornata di audizioni molto importante: il Parlamento ha onorato il tema della libertà di stampa – ha sottolineato dal canto suo il presidente dell’Ordine dei giornalisti, Verna -. C’è bisogno di dare un immediato segnale sulla libertà dei giornalisti: le iniziative temerarie sono una minaccia grave alla libertà di stampa e al diritto dei cittadini ad essere correttamente informati. Secondo noi i due ddl, quello a prima firma Di Nicola e l’altro a firma Caliendo devono proseguire il loro iter separatamente. Prima dare il via libera alle liti temerarie con il risarcimento civile quantificato, e poi proseguire con l’altro provvedimento, che contiene una quantità di valori importanti e che vanno sostenuti e approfonditi con tempi più ampi. Penso che procedere per singoli punti è utile, per evitare di affrontare una massa di norme che, messe insieme, creano facilmente un blocco”. Verna ha poi rimarcato l’importanza di dare rapidamente attuazione anche alla norma che prevede l’estinzione del reato di diffamazione a seguito di rettifica.
“Per quanto riguarda Ossigeno abbiamo chiesto la rapida approvazione del ddl sulle liti temerarie e una analoga celerità per il ddl, anch’esso a prima firma del senatore Di Nicola, che rende pieno il segreto professionale dei giornalisti (il provvedimento è stato depositato, ma non ancora calendarizzato, ndr) – ha dichiarato Peppino Mennella -. Abbiamo poi chiesto che la rettifica tempestiva venga considerata dalla legge causa di non perseguibilità. Ossigeno ritiene fondamentale la riforma dell’art.427 del codice di procedura penale, in modo che l’autore di querele infondate temerarie presentate solo per bloccare l’informazione, venga chiamato a risarcire il querelato dichiarato non colpevole perchè il fatto non costituisce reato. Più in generale Ossigeno chiede che si esca dalla logica delle leggi nazionali sui giornalisti (codice penale del 1930 e legge sulla stampa del 1948) e che ci si adegui ai principi della Corte europea dei diritti umani e della Convenzione”.
Sulla stessa linea sostanzialmente anche la posizione di Fieg. Per il direttore generale Fabrizio Carotti le norme su diffamazione e liti temerarie “vanno fortemente sostenute, auspichiamo un loro celere accoglimento”. In particolare ritiene che la proposta sulle liti temerarie “affronti in modo appropriato la questione”. Sul provvedimento Caliendo chiede invece di estendere l’ambito di applicazione della legge alle testate on line non solo a quelle registrate; di riformulare l’istituto della rettifica, non permettendo alcuna possibilità di commento e risposta da parte del mezzo di informazione, ma anche la possibilità di non pubblicare rettifiche fondatamente false (con relative responsabilità particolari). Prevedere inoltre condizioni per la non punibilità per diffamazione in seguito a rettifica. Fieg chiede quindi la riduzione della prescrizione da 2 a 1 anno dalla pubblicazione dello scritto per l’esercizio dell’azione civile per il risarcimento del danno da diffamazione a mezzo stampa, e in caso di diffamazione on line che la competenza del giudice sia quella del luogo di registrazione della testata o dove ha sede la redazione giornalistica o editoriale e non quella di residenza della persona offesa come ora previsto dalla norma. Gli editori hanno quindi ribadito le richieste formulate da tempo dalla Fieg, come l’eliminazione della pena detentiva in materia di diffamazione e limiti precisi alla responsabilità penale del direttore responsabile e al risarcimento del danno non patrimoniale.
La delegazione Fnsi composta dal presidente Giuseppe Giulietti, dal segretario generale aggiunto Vittorio Di Trapani e dall’avvocato Ottavia Antoniazzi, ha auspicato la rapida approvazione delle norme di contrasto alle liti temerarie ed evidenziato l’urgenza di intervenire sui temi della cancellazione della pena del carcere per il reato di diffamazione a mezzo stampa e della responsabilità dei giornalisti di testate fallite. “Si è finalmente aperto il confronto fra giornalisti e Parlamento sulle questioni della diffamazione e delle querele bavaglio. Ringraziamo i senatori per l’attenzione e la sensibilità dimostrati e confidiamo che, dopo vent’anni di occasioni perdute, si possa ora giungere in tempi rapidi a dare risposte concrete in difesa della libertà di stampa e del diritto dei cittadini ad essere informati”, rileva la Fnsi.
Anche in sede di audizione il sindacato dei giornalisti ha ribadito, inoltre, la necessità di scongiurare la mannaia dei tagli ai contributi di sostegno all’editoria e la chiusura imminente di Radio Radicale.
“Oggi in commissione Giustizia al Senato si sono tenute le audizioni sul disegno di legge a mia prima firma contro le querele temerarie. E’ una norma di civiltà, che colpisce chi agisce in giudizio in modo pretestuoso, pensata soprattutto per tutelare l’indispensabile e intoccabile libertà di stampa. I giornalisti devono poter raccontare, indagare e denunciare senza lavorare sotto la costante minaccia di querele fatte a scopo intimidatorio”. Lo scrive sulla sua pagina Facebook il senatore Primo Di Nicola, vice presidente del gruppo Movimento 5 Stelle. “E’ una legge semplice e breve: vogliamo evitare che come in passato si areni in Parlamento a causa dell’appesantimento del contenuto e del dibattito – spiega Di Nicola -. Per fare un lavoro serio e partecipato oggi abbiamo ascoltato i suggerimenti dei soggetti direttamente interessati: i rappresentanti dei giornalisti, degli editori e ‘Ossigeno per l’informazione’, l’osservatorio che si batte contro le intimidazioni e le minacce mosse contro i giornalisti italiani. Il Movimento 5 Stelle considera da sempre la libertà dell’informazione un pilastro del buon funzionamento della democrazia, con questa legge facciamo qualcosa di molto concreto”.