«Sono rammaricato della scelta del dottor Francesco Celotto, al quale è sempre stato riconosciuto il merito di essere stato il promotore delle iniziative che anni fa portarono alla creazione dell’Associazione. Il dovere mi impone di chiarire che in seno al Consiglio Direttivo le decisioni sono sempre state espresse secondo i principi e le regole della democrazia.». Così ci scrive il prof. Enzo Guidotto presidente dell’Associazione Soci banche Popolari Venete dal cui consiglio direttivo si è appena dimesso Francesco Celotto per il quale “seguire la strada protestataria e velleitariamente incendiaria di Andrea Arman (e Luigi Ugone) non porterà tangibili risultati ai nostri associati“.
E i dissidi interni, acuitisi anche dopo la nostra rivelazione del di fatto secretato decreto attuativo della legge 205, che istituisce il “fondo per le vittime di reati finanziari“, ad oggi l’unico strumento, per quanto parziale, normato da una legge per la tutela di chi ha visto svanire i propri risparmi, li conferma anche Guidotto quando aggiunge: “Personalmente ho sempre cercato di smorzare le polemiche per tendere ad unire e non dividere – soprattutto in occasione di precedenti dimissioni di consiglieri – assumendo posizione all’insegna di quell’imparzialità che mi deriva anche e non soltanto dal fatto che non sono mai stato mai socio o azionista delle banche i cui responsabili hanno defraudato onesti risparmiatori”.
Ci sarebbe da augurarsi che anche le associazioni riunite intorno al nome di un prete, don Enrico Torta, assumano atteggiamenti più costruttivi nei confronti dei loro associati a cui oggi prospettano un qualcosa che non va oltre la promessa a parole di “fare meglio” di due sottosegretari del MEF, Massimo Bitonci e Alessio Villarosa, per giunta privi di ogni delega.