Le dimissioni di Mario Draghi stanno provocando reazioni ad ogni livello. In questo articolo raccogliamo quelle provenienti dal Veneto, in particolar modo dal mondo politico ed economico della regione. Le fasi sono concitate. Articolo in continuo aggiornamento.
Raffaele Speranzon, Capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale del Veneto
“Chiusa la pericolosa avventura politica di questo governo d’incapaci, finalmente ora la parola passerà agli italiani attraverso lo strumento cardine della democrazia, le libere elezioni, che mi auspico si svolgano al più presto, possibilmente entro settembre. Auspico un’accelerazione dell’iter procedurale per andare al più presto al voto. Abbiamo da sempre contestato le scelte e le linee politiche di questo governo e di ministri improvvisati e incapaci nel loro ruolo come Di Maio, Lamorgese o Speranza, tanto per citarne qualcuno. Personaggi che invece di risolvere i problemi ne hanno creati e scaricati ulteriori sulle spalle dei cittadini, che evidentemente sono stufi di questo andazzo.
Del resto era impossibile attendersi qualcosa di buono da un esecutivo formato da forze politiche assolutamente incompatibili tra loro e in conflitto permanente. Da parte nostra leggiamo quanto sta succedendo in queste ore come un’opportunità per la democrazia che ci farà buttare alle spalle l’alchimia innaturale in un paese democratico guidato da governi imposti e pseudo tecnici e darà ai cittadini l’opportunità di scegliere chi deve guidare la nazione”.
Gianluca Cavion, presidente di Confartigianato Imprese Vicenza
“Uno spettacolo al quale volentieri avremmo fatto a meno di assistere con un finale che lascia un senso di amarezza e delusione in tanti, in primis tra gli imprenditori che da due anni a questa parte, loro sì, si sono rimboccati le maniche per far fronte all’emergenza pandemica prima ed economica dopo avendo a cuore il proprio futuro ma anche quello dei propri collaboratori e del Paese nel suo complesso. Una responsabilità personale e sociale che in questi giorni ha fatto difetto nel mondo politico
Nel vicentino, secondo l’analisi di Confartigianato, la crescita degli investimenti si ridurrebbe di 86milioni e 390mila euro, verrebbero meno circa 190milioni di interventi contro il caro-energia per famiglie e imprese che pagherebbero anche 51milioni 834mila euro in più per il rialzo dei tassi di interesse sui prestiti bancari, dovranno rinunciare a 67milioni 384mila euro di effetto espansivo della legge di bilancio 2023, mentre peserebbe per 62milioni 201mila euro la deviazione dal sentiero di riduzione della pressione fiscale. E ancora, un incompleto raggiungimento degli obiettivi del Pnrr metterebbe a rischio 307milioni 551mila euro di finanziamenti Ue, il blocco dei crediti fiscali per i bonus edilizia peserebbe per 89milioni 846mila euro sulle imprese”.
Gianfranco Refosco, segretario generale di Cisl Veneto:
“C’è da parte nostra grande preoccupazione per gli effetti delle dimissioni di Draghi e della crisi di Governo sulla vita di lavoratori e pensionati. Si stava chiedendo un suo intervento urgente, entro fine mese, per sostenere i redditi delle famiglie a seguito della impennata dell’inflazione, e iniziative di sostegno al sistema produttivo che si trova in mezzo a una congiuntura internazionale difficile. La crisi rischia di indebolire, se non anche di impedire, questi interventi per noi necessari e urgenti.
Il Veneto, territorio produttivo in mezzo a una sfida evolutiva importante, rischia di pagare caro questa situazione, ancor più di altri territori.
«Come Cisl avevamo insistito molto, nei mesi scorsi, sulla necessità di un grande patto sociale che tenesse insieme tutte le energie del Paese per affrontare i problemi causati dalla pandemia, dalla guerra, dall’inflazione e dagli effetti del cambiamento climatico. La scelta del Parlamento, invece, è stata quella della divisione e del perseguimento dell’interesse elettorale di breve termine. Ancora una volta noi riteniamo che la politica e i partiti, tutti, dovrebbero avere un sussulto di responsabilità di fronte ai cittadini, soprattutto con attenzione alle fasce più fragili.
Andiamo verso una campagna elettorale che rischia di giocarsi su questioni ideologiche e populistiche, invece di affrontare i problemi che il paese ha davanti. Noi cercheremo di tenere al centro del dibattito, nel Paese come nel territorio veneto, i temi del lavoro, del welfare e della tutela delle persone”.