Oggi, 6 marzo, sull’accogliente, per gli “eletti” di Confindustria Vicenza, giornale indigeno campeggiavano i commenti degli esimi politologi locali sull’esito delle votazioni per il Pd di Matteo Renzi (lasciamo da parte le esternazioni sulla Lega di un gentleman come Stefano Stefani che fa apparire Matteo Salvini come un Lord e tante altre frasi di chi più che commentare dovrebbe fare). Ci hanno colpito tra le tante affermazioni (non tutte perchè anche oggi abbiamo soprattutto lavorato e non solo straparlato…) quelle dei due esponenti di spicco locali del Pd di Vicenza.
Sono ora ovviamente pronti a criticare, dopo l’esito del voto, il sindaco politicamente pluricentenario Achille Variati, e il neo segretario cittadino, Federico Formisano, suo pachiderma gemello per era urnologica e per tessere di partiti.
Variati, sempre bocciato da Renzi e prima di Renzi da tutti i leader nazionali che mai lo hanno candidato a Roma nonostante i suoi pacchetti di voti locali, ma così locali da mai sprovincializzarlo per la ribalta nazionale, ha detto: “… (Renzi) È stato un innovatore anche se perdente, poi ha fatto tantissimi errori arrivando a farsi detestare dagli italiani. Era l’uomo della speranza, ma ha finito per apparire presuntuoso...”.
Così ha detto lui, notoriamente mai presuntuoso e mai colto dal dubbio di aver commesso errori anche se è appena uscito con le ossa, e non solo quelle, rotte dalla sconfitta del suo delfino Jacopo Bulgarini d’Elci, che non ha raccolto alle primarie beriche neanche il misero 19% di Renzi alle politiche nazionali…
E il segretario Pd di Vicenza, quello che, da sostenitore di Giacomo Possamai, solo pochi mesi fa ha dato per “politicamente morto” Otello Dalla Rosa, poi vincente alla primarie contro l’intellighenzia di Variati e la nomenklatura del partito, cosa ha dichiarato?
“Credo che il flusso di voti verso +Europa – sostiene Formisano – arrivi da elettori che volevano rimanere nell’alveo della coalizione, ma dare un segnale non votando Pd“.
Bene, anzi no, tanto più che i voti dei transfughi dal Pd, di cui parla con certezza Federico, evidentemente ben informato sui suoi iscritti, sarebbero stati convogliati verso la lista della sempre coerente (?), anche lei, Bonino, da “Enrico Peroni, ex segretario Pd, e Giacomo Possamai, candidato sindaco battuto da Otello…“.
Questo virgolettato non è di Formisano, ma di un referente di spicco di +Europa (usiamo l’articolo indeterminativo “un” per proteggere l’anonimato) .
Se il Pd è quello che viene fuori dalle frasi di Variati e Formisano e dai tradimenti alla vicentina di suoi membri di spicco (mezzi ipocriti tradimenti, cioè, mai coraggiosi e netti), potevano fidarsi gli italiani (e potrà fidarsi Dalla Rosa) di tali personaggi?
Al confronto si staglia alto come uno statista il presuntuoso Matteo Renzi, che dice che, per rispetto di chi l’ha votato (forse non ci sono neanche i “radicaleggianti” e tradizionalmente inciucianti Variati e Formisano), è giusto che il Partito Democratico se ne rimanga all’opposizione.