Sabato 21 settembre 2019 alle 15.30 il vescovo Beniamino Pizziol presiederà in Cattedrale la celebrazione durante la quale affiderà, a nome della diocesi di Vicenza, il mandato ai primi 30 volontari pronti per recarsi a Magdala, in Terra Santa, a prendersi cura del nuovo sito archeologico.
Già nel dicembre 2013 la diocesi di Vicenza aveva sottoscritto un accordo con i frati della Custodia di Terra Santa impegnandosi a sostenere l’apertura e la gestione di un nuovo sito archeologico a Magdala, attraverso la preparazione e l’invio di volontari seguiti dalla Fondazione Homo Viator San Teobaldo (già Ufficio Pellegrinaggi della diocesi di Vicenza).
Conclusa in questi mesi la preparazione, i primi volontari partiranno all’inizio del nuovo anno. L’impegno è particolare ed unico: è la prima volta che la Custodia di Terra Santa accetta di collaborare con una Chiesa locale ed è la prima volta che una Chiesa locale si coinvolge in un simile progetto, che prevede la cura e l’apertura di un luogo santo.
Il sito archeologico di Magdala si trova nella sponda occidentale del Lago di Tiberiade. Il nome ha un’origine semitica, Migdal nunaja (Torre dei pesci), o greca Tarichea (Pesce salato). Certamente era uno dei principali porti dell’epoca asmonea. Vi si trovano tracce di un florido agglomerato urbano, che aveva un’economia prevalentemente connessa alle attività del Mare di Galilea.
Magdala è un luogo di grande rilevanza biblica: città natale della prima testimone del Risorto, Maria Maddalena (Maria di Magdala), già meta di pellegrinaggio per questo motivo fin dai tempi della diffusione della cristianità. E’ anche stato il luogo privilegiato dell’evangelizzazione da parte di Gesù: viene menzionata nel Vangelo a proposito della seconda moltiplicazione dei pani e dei pesci col nome di Magadàn (Mt 15,39) o Dalmanutà (Mc 8,10). E’ una località che ci parla di Gesù come uomo del suo tempo, che si sposta da sponda a sponda del lago, che cammina, incontra persone e annuncia il Regno dei Cieli.
“E’ un appuntamento importante questo mandato”, spiega don Raimondo Sinibaldi, presidente della Fondazione Homo Viator San Teobaldo, “perché l’apertura del sito di Magdala permetterà non solo una collaborazione più intensa e fattiva con i frati della Custodia di Terra Santa, ma anche una trasmissione di passione per la Terra del Santo ai nostri volontari. A loro volta, saranno loro a coinvolgere altri nell’attenzione affettuosa a questa terra e quanti la abitano”, conclude.
“Il sito si presenta molto interessante in quanto l’azione di scavo degli anni ’70 e quelle più recenti hanno portato alla luce antichi ormeggi del porto, l’attività di navigazione, oltre a circa 80 m di basoalto romano, probabilmente una diramazione dell’antica via Maris che transitava attorno al loago di Galilea. Inoltre il sito conserva una serie di installazione termali”, spiega don Gianantonio Urbani, prete vicentino, archeologo e biblista presso lo Studium Bilico Francescano di Gerusalemme.
L’esperienza di servizio e aiuto alla Terra Santa trova la sua naturale radice nell’invito del Maestro e Signore Gesù: “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” contenuto nel Vangelo di Matteo 10,8 e Isabella Marchetto, coordinatrice dei volontari, condivide quanto sia importante custodire questo spirito di gratuità per poter vivere il messaggio più profondo del Vangelo. “E’ una grande gioia contribuire alla riscoperta di un nuovo sito archeologico, anche se noi volontari saremo in qualche modo solo i custodi, non avendo le competenze per fare di più, ma è già significativo poter dire che abbiamo dato anche il nostro piccolo contributo”, sottolinea.
Annalisa Lombardo, volontaria e socia dell’Associazione Presenza Donna, nota che “il sito archeologico di Magdala potrà mettere in luce tutto il seguito femminile di Gesù, ovvero le tante discepole che lo seguivano e che fino ad ora sono state studiate parzialmente”. Aggiunge che “è una grande opportunità anche per la nostra associazione che ha come finalità la promozione del femminile in chiave evangelica”.
Il mandato di Magdala si pone in perfetta sintonia con le indicazioni che mons. Pizziol ha offerto all’inizio del nuovo Anno pastorale con la consueta lettera. “Battezzati e inviati per la vita del mondo” è infatti il titolo della nuova lettera che accompagnerà la diocesi nei prossimi mesi. Il legame con la Terra del Santo sarà sicuramente fecondo come origine della fede nel Dio di Gesù Cristo per tutte le altre esperienze di missione che la diocesi sosterrà e vivrà sia nel proprio territorio che in altre zone del mondo.