Nell’ambito delle celebrazioni per il 150° anniversario della nascita della vicentina Elisa Salerno, antesignana delle lotte sindacali per la parità di diritti delle donne nel lavoro e nella società (leggi il nostro «Elisa Salerno, una vicentina paladina di un “Femminismo cristiano”»), Cisl Vicenza ha organizzato venerdì 20 ottobre il convegno dal titolo “Continuando Elisa Salerno: donne e lavoro. Parità di genere in provincia di Vicenza”.
Durante l’incontro, che si è svolto presso la sede di Vicenza della Cisl, dopo l’introduzione per la segreteria di Roberta Zolin, Federica Bressan, coordinatrice delle Politiche di genere del sindacato vicentino, ha coordinato i lavori in cui è toccato a Francesco Peron del Centro Studi Cisl Vicenza presentare i dati aggiornati da una nuova ricerca sulla parità – o disparità – di genere nel mercato del lavoro vicentino (in copertina, sul nostro canale YouTube LaPiù Tv e sull’omonina app scaricabile gratuitamente dagli store iOs e Android, presentiamo il nostro video integrale dei primi tre interventi, ndr).
I dati sono stati commentati, poi, da suor Federica Cacciavillani, segretaria generale delle Suore Orsoline del Sacro Cuore di Maria (qui sopra e sugli altri nostri mezzi il video del suo intervento, ndr), che si è soffermata anche sulla visione tuttora valida di Elisa Salerno, la prima editrice e giornalista di Vicenza, e da Francesca Lazzari, Consigliera di parità della Provincia di Vicenza (a seguire il nostro video, ndr), che ha illustrato i contenuti della recente normativa sulla certificazione della parità di genere nelle imprese, tra le quali si registrano i recenti “ingressi” di OTB e Diesel e della GDS (Global Display Solutions) di Cornedo Vicentino, e ha risposto a domande e osservazioni.
Tirare le somme del convegno per la Cisl è, infine, toccato al ben noto esponente della Cisl berica e nazionale Sergio Spiller (video a seguire, ndr) che ha sottolinato i punti salienti del convegno sottolineando quanto ha fatto e sta facendo il sindacato al riguardo della parità di genere.
I dati presentati dal Centro Studi Cisl Vicenza venerdì scorso, 20 ottobre, rivelano un significativo divario di genere nel mercato del lavoro nella provincia berica. Le donne costituiscono il 43,3% degli occupati, con un tasso di occupazione dell’11,2% tra i dirigenti e del 27,1% tra i quadri. La partecipazione femminile al mercato del lavoro è inferiore rispetto agli uomini, con solo l’11,2% dei dirigenti e il 27,1% dei quadri.
Anche il divario qualitativo è significativo: per le donne hanno una maggiore incidenza i contratti part-time (74,8%), mentre i contratti a tempo pieno sono prevalentemente maschili (68,8%). Inoltre, i contratti a tempo determinato e stagionali vedono una maggiore caratterizzazione femminile, con il 51,6% e il 58,5%, rispettivamente.
Le nuove assunzioni confermano questa disuguaglianza, con solo il 18,5% delle donne che hanno ottenuto contratti a tempo indeterminato nel primo semestre di quest’anno, rispetto al 26% degli uomini. Questa disparità impedisce alle donne di intraprendere percorsi di carriera avanzati, con solo il 27,1% dei quadri e l’11,2% dei dirigenti donna.
Il divario di genere influisce negativamente anche sulle retribuzioni. Le donne guadagnano significativamente meno degli uomini, con una differenza di oltre 10.000 euro nella retribuzione annua. La retribuzione media giornaliera delle donne è di 49,28 euro, rispetto ai 78,36 euro degli uomini. Inoltre, la retribuzione delle donne tende a stagnare già a 25-29 anni, mentre quella degli uomini continua a crescere fino a 55-59 anni.
Queste disuguaglianze economiche hanno un impatto sulle pensioni, con una differenza di quasi 8.800 euro annui tra le pensioni medie degli uomini e delle donne nella provincia di Vicenza. Questi dati sottolineano la necessità di misure a sostegno della genitorialità e della conciliazione per garantire che le donne abbiano pari opportunità nel mercato del lavoro.
Francesca Lazzari, Consigliera di parità della Provincia di Vicenza, ha illustrato in particolare la recente normativa sulla certificazione della parità di genere nelle imprese. Questa normativa prevede un percorso di certificazione volontaria (gratuita grazie ai fondi PNRR) con benefici per le aziende che la adottano. Questi benefici includono il riconoscimento di punteggi premiali per finanziamenti europei e gare d’appalto pubbliche, nonché sconti sui contributi previdenziali. La certificazione mira a migliorare la competitività delle aziende e promuovere un cambiamento positivo nella società.