Donati al Museo Civico di Valdagno 115 esemplari fossili di trilobiti. Spazi consentono esposizione di appena l’8% dei 23.000 reperti

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Trilobiti a Valdagno
Trilobiti a Valdagno

Si arricchisce la collezione di fossili del Museo Civico “D. Dal Lago” e aggiunge ai suoi reperti altri 115 esemplari appartenenti a diverse famiglie di trilobiti fossili provenienti da diversi angoli del pianeta.
Autore della donazione è il signor Bellino Bellin, appassionato collezionista di Creazzo, che ha voluto destinare al museo valdagnese la sua collezione privata di questo tipo di reperti fossili raccolti negli anni.

Le trilobiti sono esseri viventi comparsi nell’era Paleozoica, più di 500 milioni di anni fa. Dal punto di vista della zoologia moderna sono degli organismi viventi primitivi, ma essendosi sviluppati nel periodo in cui nell’ambiente marino vivevano soprattutto organismi unicellulari o pluricellulari, risultano essere animali complessi ed efficienti nella struttura e nella fisiologia.

Sono tra i primi organismi marini (all’epoca non esisteva la vita sulla terraferma) che hanno sviluppato uno scudo esterno e degli organi di senso per la localizzazione delle prede, primo esempio di tendenza evolutiva che porterà poi, anche se lentamente, alla differenziazione del sistema nervoso.

La provenienza esclusivamente straniera degli esemplari donati è motivata dal fatto che negli affioramenti rocciosi del territorio italiano questi esemplari sono presenti solo in tre regioni italiane e in forma comunque limitata. Si trovano esempi di trilobiti esclusivamente nelle stratificazioni rocciose più significative dell’era Paleozoica che affiorano in  Friuli Venezia Giulia, Sicilia e Sardegna.

Nonostante il territorio vicentino non presenti affioramenti così antichi riconducibili all’Era Paleozoica, l’acquisizione della collezione è molto importante perché permette di raccontare il legame esistente tra questi esseri viventi ormai estinti ed alcune forme di vita sviluppatesi successivamente, alcune delle quali ancora presenti negli oceani di tutto il mondo.

La donazione del signor Bellin entrerà a tutti gli effetti nella collezione del museo, trattandosi di esemplari stranieri. Nel caso, invece, di esemplari ritrovati sul territorio italiano spetta alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza depositarli nel museo prescelto affinché li conservi, esponga e valorizzi. La proprietà tuttavia è in carico allo Stato italiano.

Il Museo Civico “D. Dal Lago” ha beneficiato di un altro deposito lo scorso gennaio. In quel caso si è trattato di una collezione di granchi emersi nel territorio vicentino.

Con la repertazione anche di questi ultimi arrivati, le collezioni del Museo (fossili, minerali, rocce, fogli di erbario e reperti archeologici si attesta a circa 23.000 reperti classificati e archiviati. Di questi, negli spazi ridotti di Palazzo Festari adibiti alle esposizioni, se ne possono ammirare appena una minima parte, pari all’8% dell’intero “tesoro” di storia evolutiva conservato nel piccolo museo valdagnese.

“Il Museo Dal Lago – spiega l’Assessore alle Politiche Culturali, Anna Tessaro – è una perla del nostro territorio e chi se ne prende cura ne ha fatto un vero gioiello che ogni anno racconta la storia del nostro territorio, della sue evoluzione nelle ere e dei primi passaggi di esseri umani. Voglio ringraziare per la bellissima e preziosa donazione del signor Bellin alla quale contiamo di dare la giusta visibilità. Siamo consapevoli dell’immenso potenziale che il Museo conserva e che, per motivi di spazio, rimane oggi inespresso. Tra gli obiettivi che questa Amministrazione si è posta c’è anche l’individuazione di nuovi spazi che ci consentano di mostrare al mondo il patrimonio che conserviamo tra le mura di Palazzo Festari.”

Biografia
Bellino Bellin lavora presso l’Ospedale San Bortolo di Vicenza nel reparto di Chirurgia Maxillo Facciale di Vicenza. Nel tempo libero ha iniziato a coltivare la passione per la paleontologia, andando alla ricerca di fossili insieme ad alcuni amici. Tra la frequentazione di mostre e le ferie dal lavoro ha scoperto l’affascinante mondo delle trilobiti, iniziando a collezionarle per le loro varietà di forme e caratteristiche. Durante alcuni viaggi in Marocco è anche riuscito a raccogliere personalmente alcuni campioni.

Ha inoltre pubblicato un articolo relativo ad una anomalia presente in una specie fossile di granchio.

Nel 2011, Antonio De Angeli, esperto in carcinologia e collaboratore anche del Museo Civico “D. Dal Lago”, gli ha dedicato il nome di una nuova specie di granchio fossile (Raniliformis bellinida lui scoperta nelle rocce del Vicentino. L’esemplare, nuovo per la scienza è depositato presso la collezione del Museo “Zannato” di Montecchio Maggiore.