Donazione di organi e tessuti, un gesto di grande umanità che può cambiare la vita di molte persone

In occasione della Giornata Nazionale per la Donazione di Organi e Tessuti l’ULSS 8 Berica ha presentato un anno di attività all'Ospedale San Bortolo: sempre generosi i numeri dei vicentini

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incontro su donazione degli organi
Giornata Nazionale per la Donazione di Organi e Tessuti, l'impegno dell'Ulss 8 Berica

Venerdì scorso 11 aprile, in occasione della Giornata Nazionale per la Donazione di Organi e Tessuti, l’Ulss 8 Berica ha dedicato un incontro al tema sia per presentare l’attività svolta nell’anno appena trascorso, sia per sensibilizzare sull’importanza del dono, una scelta di generosità estrema che può cambiare la vita di molte persone.

La generosità dei vicentini

I numeri vicentini in tema di donazione raccontano di una popolazione generosa e predisposta al dono, probabilmente grazie anche all’attività di divulgazione e sensibilizzazione delle associazioni dei donatori, particolarmente attive nella provincia berica. Nel 2024 al San Bortolo, a fronte di solo due opposizioni espresse alla donazione, i donatori di organi sono stati 20, grazie ai quali sono stati donati 4 cuori, 15 fegati, 37 reni, 9 polmoni e 1 pancreas. Molto importante è stata anche l’attività di donazione di cornee (ben 195 i donatori), di cute (7) e di altri tessuti (8). Per quanto riguarda i reni, va ricordato che al San Bortolo vengono eseguiti direttamente anche i trapianti: lo scorso anno ne sono stati realizzati ben 41.

La dottoressa Patrizia Simionato, Direttore Generale dell’Ulss 8 Berica, ha ringraziato i donatori vicentini e i loro familiari, oltre a tutti coloro che hanno espresso la volontà di essere donatori, sottolineando la grande sensibilità sempre riscontrata sul tema: «Non scopriamo certo oggi – ha detto la dottoressa Simionato – come il territorio vicentino si caratterizzi per una straordinaria sensibilità, ulteriore espressione di un’attenzione per il mondo della sanità che riscontriamo anche in tanti altri aspetti. Allo stesso tempo vorrei rendere merito anche a tutti gli operatori sanitari che sono a vario titolo coinvolti nelle procedure di donazione e trapianto: dietro ogni donazione vi è infatti l’impegno febbrile di circa 50 persone e vi è un grande lavoro di squadra, dentro e anche fuori dall’ospedale».

Il percorso dalla dichiarazione di morte di un potenziale donatore (secondo il criterio neurologico o cardiologico) al trapianto è delicato e deve seguire procedure ben precise: il COT (Coordinamento Ospedaliero Trapianti) del San Bortolo allerta il Centro Regionale per i Trapianti e tramite questo viene trasferita l’informazione anche al NIT (Nord Italia Transplant) che garantisce il collegamento a livello nazionale; e non mancano casi in cui un organo possa arrivare anche a un paziente di un altro paese europeo. Parallelamente in ospedale al donatore viene garantito il necessario supporto, in attesa delle équipe chirurgiche che arrivano dai vari ospedali per il prelievo dell’organo che andranno poi a trapiantare.

Il consenso alla donazione

Il tutto naturalmente deve partire dal consenso alla donazione, e proprio questo è un aspetto fondamentale, come ha ben spiegato il dott. Vinicio Danzi, direttore dell’U.O.C. Anestesia e Rianimazione dell’ospedale di Vicenza: «Esiste a livello nazionale un registro delle dichiarazioni individuali di volontà rispetto alla donazione: viene chiesta in occasione del rinnovo della carta di identità, oppure è possibile esprimerla direttamente tramite l’AIDO. È molto importante che i cittadini esprimano il proprio volere, perché questo rende la procedura di donazione molto più snella e rende tutto più semplice anche per i familiari che in questo modo si trovano di fronte ad una decisione già presa in vita». In assenza di una volontà espressa, spetta infatti ai familiari dare o no il consenso, intrepretando – che non è sempre facile – ciò che ritengono sarebbe stato il volere del loro caro. Una scelta complessa per chi già sta vivendo il dramma della perdita: «È sempre un momento molto delicato – ha aggiunto Danzi – anche se nel corso degli anni abbiamo visto che per molti è di grande conforto sapere che la perdita della persona cara ha portato una nuova possibilità di vita per altri malati. Dobbiamo ricordare infatti che in Italia ci sono circa 10 mila persone in attesa di un trapianto: i trapianti sono 2 mila, il che significa che per 8 mila pazienti ogni anno non si riesce a trovare un organo».

Trapianti, chi ne può beneficiare

Grazie ai progressi della scienza medica, sono molte le categorie di pazienti che oggi possono beneficiare di una donazione. Per gli organi, possono essere trapiantati cuore, fegato (anche diviso in due -“split” – nel caso in cui i destinatari siano due bambini o giovani, in quanto il fegato ha la capacità di rigenerarsi), reni, polmoni, pancreas ma anche l’intestino viscerale.

Anche la donazione dei tessuti è importante: cardiovascolari (valvole cardiache ed anche l’aorta), osteo-tendinei (ossa, tendini e tessuti ossei), cute, cornee, legamenti e – nei pazienti operati di protesi – anche la testa del femore; all’ospedale di Noventa viene fatto anche il prelievo del safene (la vena che si estende dalla gamba al ginocchio e all’inguine) che viene poi utilizzata per i bypass.

Molto importante poi è la donazione di placenta e del cordone ombelicale da parte delle donne che hanno appena partorito: la prima viene utilizzata per la cura dei grandi ustionati mentre dal secondo vengono estratte le cellule staminali utilizzate per le terapie su pazienti affetti da alcune forme di leucemia.

Il doppio impegno etico dei dottori

Il tema della donazione degli organi porta i medici ad un doppio impegno anche etico, ha concluso il dottor Danzi: «Da una parte facciamo tutto il possibile per salvare la vita dei pazienti, ma quando questo non è più possibile, lavoriamo anche per ridare una vita a quanti si stanno lentamente spegnendo in attesa di un organo o hanno un qualità di vita gravemente compromessa da una lesione o patologia di qualche tipo. Ci prendiamo cura degli uni e degli altri, senza dimenticare naturalmente i familiari dei potenziali donatori. Il processo della donazione rappresenta un carico di lavoro significativo, un grande sforzo compiuto generalmente alla fine del normale turno di lavoro, perché quasi sempre i prelievi e i trapianti vengono fatti di sera, spesso lavorando fino a notte, ma lo facciamo perché è importante. Ed è questo che vorremmo che tutti ricordassero oggi in occasione di questa Giornata Nazionale della Donazione di Organi e Tessuti».