Fanno molto discutere, a distanza di 24 Ore, le parole dell’assessore all’istruzione e al lavoro del Veneto, Elena Donazzan. La politica vicentina, è originaria di Bassano del Grappa, non è nuova a polveroni sollevati a seguito di sue uscite pubbliche. Basti pensare al vespaio di polemiche seguito alla sua presa di posizione sul caso del suicidio di Cloe Bianco, la professoressa trans uccisasi dandosi fuoco all’interno del furgone-camper nel quale viveva dopo essere stata allontanata dall’insegnamento.
Ci risiamo: “I matrimoni misti fra donne cattoliche e uomini mussulmani possono essere un facilitatore delle infiltrazioni del terrorismo islamico“, ha detto questa volta. “Purtroppo il matrimonio è anche una legalizzazione, un contratto sociale che dà molti diritti agli sposi. La nostra società può essere sicuramente multietnica, ma non multiculturale“.
La vicentina Donazzan, candidata per Fratelli d’Italia alle prossime elezioni europee, ha poi aggiunto: “Culture così diverse ravvicinate possono rivelarsi un problema in un periodo caratterizzato da forte terrorismo. La colpa è la nostra, l’Italia si sta ‘scristianizzando’“.
Dure le reazioni. La deputata Pd Ouidad Bakkali ha detto: “La competizione Vannacci-Fdi sta generando dei mostri. La presidente Meloni prenda immediatamente le distanze e condanni le parole dell’assessore regionale veneto all’istruzione e al lavoro, Elena Donazzan. È allucinante che chi sta governando il nostro Paese si affianchi a persone che pronunciano frasi razziste e xenofobe che sembrano provenire dal Medioevo”.
“Donazzan?Non sa quel che dice. Siamo di fronte, per l’ennesima volta, a una dimostrazione di sessismo e razzismo da parte di chi dovrebbe occuparsi di scuola, occupazione e pari opportunità”, ha aggiunto Andrea Martella, senatore e segretario veneto del Pd.
Non da meno la posizione dei dem in Veneto: “Fanno rabbrividire le dichiarazioni di Elena Donazzan – ha detto Vanessa Camani, capogruppo nel consiglio regionale – che cerca di riproporre teoria da razza ariana, prendendola alla larga ma in modo non meno delirante. Evidentemente tra i candidati a destra c’è una corsa a chi la spara più grossa, solleticando nostalgie da Manifesto della razza”.
Raffaella Paita, coordinatrice nazionale di Italia Viva ha affermato: “Non si può pensare di governare un Paese con una classe dirigente che ha nei luoghi comuni e, peggio ancora, nei pregiudizi le basi della propria identità politica”.