Donazzan è una “condannata”: lite civile temeraria contro ex editrice VicenzaPiù. Dopo Berlato, Meloni difenda da giornalista la stampa!

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Elena Donazzan a scuola
Elena Donazzan a scuola

Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino“: è questo il proverbiò più simpatico che possiamo citare in merito ad Elena Donazzan lo storico assessore all’istruzione, alla formazione, al lavoro e pari opportunità, delega quest’ultima che calza a perfezione con l’opportunità appena colta.

Donazzan con Galan e media amici
Donazzan con Galan e media amici

Ebbene sì, la politica di Pove, diventata assessore nel lontano 2005 con il commendevole Giancarlo Galan e confermata dal suo priva vice e poi successore Luca Zaia, a furia di attaccare legalmente VicenzaPiù e il sottoscritto suo direttore finalmente (Treccani: “talora ha senso di ‘alla fine’, spesso, usato con tono esclamativo, esprime soddisfazione…) è stata condannata anche lei.

E lo è stata “alla rifusione delle spese processuali in favore della società resistente, liquidate in complessivi e forfetari € 2.000,00, oltre gli accessori di legge, ed oltre alla somma di € 2.000,00, a titolo di responsabilità ex art. 96, ult. co., c.p.c., con gli interessi al tasso legale fino al saldo” contestualmente al rigetto del “ricorso  presentato  il 3.9.2019 da Elena Donazzan nei confronti di Media Choice s.r.l. in liquidazioneex società editrice di VicenzaPiù.

La sentenza emessa il 13 dicembre 2019 viene motivata in premessa con l’evidenza pubblica “che la società debitrice debba essere definita come impresa non soggetta al fallimento … risultando dagli atti (v. bilanci depositati, relativi agli ultimi tre esercizi antecedenti alla data di deposito dell’istanza di fallimento,) il possesso congiunto dei… requisiti” relativi.

I giudici del tribunale civile di Vicenza “ritenuto che – contrariamente a quanto sostenuto dalla ricorrente non vi siano elementi per dubitare dell’attendibilità dei dati contabili contenuti nei bilanci depositati  dalla  società  al  Registro  delle  Imprese…; considerato che il Tribunale fallimentare che rigetta l’istanza di fallimento è anche competente (e deve provvedere) a decidere sulla condanna alle spese e sulla eventuale responsabilità aggravata ex art. 96 c.p.c. (Cass. 28 febbraio 2000 n. 2216, Fall. 2001, 189); ritenuta la responsabilità aggravata ex art. 96, ult. co. , c.p.c. della ricorrente, attesala manifesta e conoscibile insussistenza dei presupposti soggettivi di fallibilità… rigettacondanna Elena Donazzan“.

Per i lettori ricordiamo che “la responsabilità aggravata ex art. 96” si colloca nell’ambito delle fattispecie inquadrabili nella c.d. “lite temeraria” e (Broccardi) “se risulta” – come il collegio ha sentenziato contro la Donazzan –  che la parte soccombente ha agito o resistito in giudizio con mala fede o colpa grave, il giudice, “la condanna, oltre che alle spese, al risarcimento dei danni, che liquida, anche d’ufficio, nella sentenza…“.

Poco conta l’importo dei 4.000 euro ecc. addebitato ora alla povese per la sua lite temeraria che scaleremo dal “dovuto” (per legge ma non in coscienza e se avessimo avuto i mezzi economici per opporci alla sentenza stessa) a lei, che da 15 anni è retribuita dai cittadini.

Ma molto di più è significativo per VicenzaPiu.com, dopo il riconoscimento ottenuto da Ossigeno per l’Informazione per supportarci nelle cause con un altro nostro “estimatore” al contrario, Gianni Zonin, che finalmente ci sia un giudice anche a… Vicenza.

Tribunale di Vicenza
Tribunale di Vicenza

Quel giudice ha “iscritto d’ufficio” al club dei condannati l’assessore Donazzan, noi aggiungiamo “per ora solo per la prima volta” confidenti come siamo nelle altre nostre cause, in attacco o in difesa, con la politica di destra, in cui ci supportano ora, con la vicinanza di Ossigeno per l’Informazione, gli sforzi anche ideali del prof. avv. Rodolfo Bettiol oltre che dell’avv. Marco Ellero.

Ricordiamo, intanto, alla condannata Elena Donazzan che le uniche condanne da noi ricevute in più di 12 anni di giornalismo di frontiera, oltre alla sentenza abnorme di Giglio dopo il decreto penale per 750 euro relativo al caso del “magrebinio di merda”, ammontano in sede penale a poco più di 2.500 euro per tre casi in tutto, in cui mai ci siamo opposti per riservare ogni nostra risorsa a chi scrive con noi per la libera informazione.

E ci auguriamo ora che ci venga consentito il processo contro Donazzan dopo la querela da noi, questa volta, presentata contro di lei che definì chi scrive “pluricondannato” (senza ulteriori specificazioni se per corruzione o per ruberie o per interessi personali o, come è, per reati di stampa…) e, oddio!, “nullatenente (cfr. “Donazzan offende il direttore di VicenzaPiù che ora usa le sue armi e la querela. Coviello: cosa ne pensa collega giornalista Meloni?“).

Il bavaglio per Giovanni Coviello al tribunale di Vicenza
Il bavaglio per Giovanni Coviello al tribunale di Vicenza

Non, ovviamente, dalla sua associazione (Più Italia – Amo il Veneto) ma dal suo, ultimo, suo partito (FdI) ricevetti la solidarietà dal coordinatore regionale Sergio Berlato con una nota stampa in cui, per gli attacchi subiti da Zonin, esprimeva “vicinanza e solidarietà al direttore di VicenzaPiù Giovanni Coviello per le vicissitudini di natura giudiziaria che lo hanno purtroppo coinvolto…” e che ora hanno trovato un paladino insospettabile come Ossigeno che da anni segnala i casi di cronisti minacciati.

Donazzan, affibbiandomi con i dirigenti di FdI, gli epiteti di cui sopra (pluricondannato e nullatenente), chiese a loro “se il coordinatore regionale personalmente vuole schierarsi con un condannato contro un esponente di partito, chiedo le dovute spiegazioni”.

Giorgia Meloni con Elena Donazzan o con Sergio Berlato?
Giorgia Meloni con Elena Donazzan o con Sergio Berlato?

Chiedemmo allora cosa ne pensasse degli attacchi ai giornalisti indipendenti la presidente di FdI, collega professionista iscritta all’Ordine dei Lazio, che, pensiamo per il suo ben noto… amor di patria, non ci rispose.

Oggi riformuliamo la domanda alla giornalista e presidente di Fdi Giorgia Meloni: cosa intende fare con una dirigente del partito che è stata condannata per lite temeraria contro un giornalista e ha sbeffeggiato chi in FdI è contro la stampa di regime?

A noi basterebbe anche e solo che la leader di Fratelli d’Italia e nostra collega all’assessore veneto all’istruzione desse una lezioncina, tipo vecchia Educazione civica, sugli articoli 1 e 21 della Costituzione.

L’antefatto della condanna di Elena Donazzan

L’attrice (termine giuridico) Donazzan aveva chiesto, infatti, il fallimento di Media Choice srl, ex società editrice di VicenzaPiu.com, pur essendo stata messa in liquidazione dal 2018, in quanto non in grado di pagare l’abnorme indennizzo (“Sentenza di indennizzo a Elena Donazzan, il direttore Coviello e la società editrice di VicenzaPiu.com: non siamo in grado di opporci“) stabilito dal Got Luigi Giglio, a cui non ci potemmo opporre proprio per motivazioni economiche, per i danni che la Donazzan avrebbe subito perché al suo linguaggio di disprezzo, ma impunito, per la vicenda del magrebino che le aveva rubato la bicicletta e, perciò da lei definito “di merda!”, avevamo reagito usando i suoi termini, sia pure in un ambito, secondo noi, diverso e più motivato.

La società prima editrice di VicenzaPiù (ora ne sono io direttamente l’editore oltre che direttore responsabile per offrire un bersaglio unico a chi vorrebbe che chiudessimo) era, stata, tra l’altro, posta in liquidazione proprio perché non più in grado di produrre un reddito sufficiente anche solo a pagare le mille liti che vengono instaurate contro VicenzaPiu.com da parte di chi non tollera che la stampa faccia il suo mestiere e si appella a dettagli di linguaggio per ottenerne la condanna a Vicenza a cui costa opporsi in appello a Venezia.

La cifra stabilita da Giglio, a parte evidenti incongruenze tecniche della sua sentenza di cui al link di sopra, era di 30.000 euro più le spese legali più i costi ulteriormente insostenibili di circa 65.000  euro per le pubblicazioni imposte su due media locali e uno nazionale per due volte oltre che sulle loro edizioni online).

Non ci opponemmo, scrivemmo il 29 aprile 2019, alla sentenza del 27 marzo perché avremmo dovuto mettere in conto delle consistenti spese legali sia in caso di accoglimento totale o parziale delle nostre obiezioni sia, peggio, in caso di soccombenza, in aggiunta all’importo già di per se stesso non sostenibile né dal direttore per il suo reddito né dalla Media Choice srl (il danno stabilito ammonta a metà del suo fatturato annuale… prima della messa in liquidazione).

 

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