Donazzan, VCV Vicenza: “in emergenza Covid ha sostenuto rimozione clausola antifascista e ordinanza anti-Kebab di Giovine”

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In attesa dell’esito del voto sulla mozione di riserva martedì in consiglio regionale, il coordinamento provinciale di Vicenza della civica Veneto che vogliamo torna sulla richiesta di dimissioni dell’assessore Donazzan dopo le sue dichiarazioni sul fascismo. “In questo periodo in cui la pandemia sto coinvolgendo tutti – afferma in un comunicato il coordinamento vicentino de Il Veneto che vogliamo – è profondamente offensivo che un assessore perda il suo tempo a esternare la nostalgia per uno dei periodi più cupi della nostra storia rintanandosi nella goliardia. Non c’è niente di goliardico nel non dare risposte ai nostri ragazzi per tornare in sicurezza a scuola, e nel farli rimanere a casa senza la minima progettualità futura. Non c’è niente dii goliardico a farsi sostituire dai prefetti nel proprio lavoro: sono stati loro infatti ad elaborare un piano per il rientro a scuola in sicurezza, salvo poi essere sbertucciati dalla Regione.”

“L’assessore Donazzan non è esterna a tutto ciò: è assessore da 15 anni di fila – rincara il Veneto che vogliamo – Una così lunga carriera avrebbe dovuto assicurare una pronta risposta anche davanti a un’emergenza: invece ha passato i mesi estivi a insultare i transessuali, dicendo che dietro a loro ci fosse “il demonio”, o sostenere, esplicitando ancora una volta il suo credo politico, l’eliminazione della clausola antifascista e il divieto dell’apertura di negozi etnici da parte del suo fido Giovine, assessore a Vicenza” (ordinanza poi ritirata, n.d.r.).

“Non è certo una sorpresa il suo credo – conclude il coordinamento vicentino del Veneto che vogliamo – ma questa ennesima conferma è l’occasione per rimarcare la sua incompetenza: per questo chiediamo a Zaia di farla dimettere. In campagna elettorale 3 suoi candidati non sono stati inseriti in lista per aver approfittato del bonus statale per le partite IVA. Ora una suo assessore si dimostra nei fatti incompetente e nelle parole irrispettosa: i 600€ dei “furbetti del bonus” non sono niente rispetto alle migliaia di euro al mese per stipendiarla!”

Il Coordinamento Provinciale Vicentino de Veneto che Vogliamo

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