Ogni giorno, maledizione sì proprio ogni giorno, mi tocca leggere che qualche talebano nostrano ha assassinato una donna e che un lavoratore, di solito un operaio, è morto assassinato dal suo datore di lavoro. Non è raro che siano anche più di uno al giorno questi mostruosi avvenimenti.
Indignazione di massa? Praticamente zero. Eppure un legame tra le due vicende c’è.
Per il talebano nostrano la donna è una sua proprietà e dato che la Costituzione tutela la proprietà ne fa ciò che vuole.
L’operaio, il dipendente, per il datore di lavoro è parte della sua proprietà, infatti si chiama padrone ma nessuno più usa il termine perché non fa fine. E se uno è padrone, come sopra detto, della sua proprietà ne fa quel che vuole.
Non vorrei buttarla in politica ma che sulla proprietà Pierre-Joseph Proudhon non abbia detto proprio una sciocchezza mi pare diventi sempre più evidente.
Qui tutte le vignette di Claudio Mellana (e Almor)