Agire in Parità. Prendendo coscienza del proprio valore, individuale e di genere. Le donne valgono ed è questo il messaggio che arriva dalla conferenza stampa di presentazione della Mostra “Donne e Lavoro”, in programma dall’8 Marzo all’8 Aprile 2019 nella Sala Consiglio di Palazzo Nievo.
Lanciato dalla Presidente della Commissione Provinciale per le Pari Opportunità Loredana Zanella, dalla Referente Regionale dell’Associazione “Toponomastica Femminile” Nadia Cario, dalla Consigliera Provinciale di Parità Grazia Chisin e dalle Imprenditrici intervenute, sostenuto e fatto proprio anche dal presidente del Mandamento Confartigianato di Vicenza Maurizio Facco e da Federico Azzolini in rappresentanza di Confcommercio Vicenza, e soprattutto raffigurato in 35 pannelli che per un mese illustreranno non solo nella Sala del Consiglio Provinciale di Palazzo Nievo ma anche nelle vetrine di negozi e laboratori artigiani cittadini – dal centro storico a S.Marco e Corso Padova – tavole contenenti documenti, foto d’epoca e foto attuali di lavori e professioni delle donne, dai più tradizionali – come le corallare di Torre del Greco o le sessolotte di Trieste – ai più nobili e recenti, rappresentate da un’intera sezione STEM dedicata alle donne di Scienza.
Spiega la Presidente Loredana Zanella: “Innanzitutto non va dimenticato che la ricorrenza nasce da un gravissimo fatto di cronaca, ovvero l’incendio che l’8 Marzo 1911 uccise nella fabbrica newyorchese Triangle Waist 146 operai, di cui 123 donne, per lo più giovani immigrati e immigrate italiane. La mostra propone una riflessione sulle tematiche del lavoro femminile sia in una dimensione storica e sociale, che di evoluzione professionale. Purtroppo permangono stereotipi di genere che di fatto sono largamente superati dalla reale dinamica sociale, che vede da tempo le donne protagoniste della vita professionale e pubblica, ma che sono duri a morire. Per questo abbiamo pensato ad una mostra che esce dal palazzo e va nelle strade, sotto gli occhi della gente”.
La conferma in pochi dati, riportati dalla Consigliera di parità Grazia Chisin: “La presenza femminile resta forte in determinati settori: nella Sanità e nell’Assistenza (74,4%), nell’Istruzione (73%), nella Pubblica Amministrazione (72,3%) nella Ristorazione e nell’Alberghiero (68,5%) e nel Commercio (62,9%) mentre non si trovano praticamente nell’edilizia e comunque ve ne sono sempre poche nei posti apicali. Esempio: quante sono le donne primario nelle Ulss venete?”.
Per Nadia Cario “si può essere madri e casalinghe purché sia ciò che si vuole”. Lapalissiana, ma non è così. La referente regionale di “Toponomastica Femminile”, riprende l’appello lanciato in precedenza per sottolineare l’importanza dell’orientamento scolastico e provinciale ma sottolinea pure la difficoltà di individuare le grandi figure femminili nei cartelli stradali, dove la presenza femminile è di media del 3%. “Come fa una bambina a identificarsi in Garibaldi? Soprattutto, come si fa a capire che Maria Sklodowska è Marie Curie.
Ci vuole un cambio di mentalità, cosa lunga di per sé, ma bisognerebbe cominciare anche dalle Commissioni Toponomastiche, dove la presenza femminile è sempre ridotta. A Napoli, comunque, hanno deciso di prevedere al loro interno anche donne esperte di storia di genere”. E nell’assist alle Amministrazioni Locali, pure l’invito a scrivere nelle targhe il nome per esteso. Emblematica il caso vicentino della giornalista, scrittrice e femminista antelitteram vicentina Elisa Salerno, figura messa un po’ da parte nella memoria collettiva. Sulle targhe è divenuta, in ossequio alle direttive europee, “E.Salerno”, con l’iniziale spesso confusa per un nome proprio maschile.
Dunque, dimenticata due volte. Alzare l’asticella, ricordando non solo le donne, sempre più numerose, scienziate, astronaute, capitane d’azienda, ma anche quell’universo umile di portatrici d’ardesia liguri, lavoro pesantissimo, e di operaie, manovratici di tram, contadine che durante la Prima Guerra Mondiale, di cui abbiamo appena finito di celebrare i 100 anni dalla conclusione, si sono sostituite agli uomini per garantire la normalità quotidiana. Per tutto il tempo della mostra, nella Sala Consiglio di Palazzo Nievo sarà a disposizione un libro bianco dove gli studenti e i visitatori potranno lasciare uno scritto sulle aspirazioni lavorative del domani.
Inoltre si potrà consultare il libro “Le mille. I primati delle donne”, straordinaria testimonianza dei primati raggiunti dalle donne in tutti i campi del sapere umano. L’opera, scritta da 33 autrici dell’Associazione Toponomastica Femminile, è stata curata da Ester Rizzo, scrittrice anche di “Camicette Bianche. Oltre l’8 marzo”. “Lavorare insieme unendo le nostre differenti visioni e sensibilità. Questo permetterà di fare sempre meglio”. Ne sono convinti sia Maurizio Facco che Federico Azzolin, che auspicano una partecipazione più estesa anche negli organi di Confartigianato e Confcommercio, e Paola Zanotto, Presidente Movimento Donne Impresa di Confartigianato concorda: “Le percentuali sono ancora basse, sebbene la collaborazione sia stretta.
Dobbiamo continuare a lavorare su questa strada come pure a mantenere un filo diretto con il mondo della Scuola per mantenere ampio il ventaglio di opportunità, anche nel settore tecnico-scientifico”. A chiudere le testimonianze di Paola Girardi e Daniela Vettori, imprenditrici che, al pari di altre 20 esercenti (in totale 23) hanno accettato di esporre i pannelli nei loro locali.
Storie differenti, soprattutto storie che continuano e che un po’ alla volta diventano saghe familiari e tradizione.