Sono durati poche ore i 400 milioni di euro messi a disposizione dal Ministero dello Sviluppo Economico a sostegno dello sviluppo e del consolidamento delle imprese femminili. Incentivi, quelli del “”, esauriti nell’arco di pochi click su una tastiera.
Secondo la rielaborazione dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Veneto, su dati Invitalia, il bando si è chiuso con 1.058 domande provenienti dalla nostra Regione (8,1%), su un totale di 13.079 a livello nazionale (totale complessivo domande nascita e sviluppo/consolidamento imprese femminili). Dalla regione, hanno presentato domanda 433 attività con meno di 12 mesi di vita, mentre 625 sono state quelle con più esperienza lavorativa che hanno inoltrato la richiesta.
“Vanno riviste le procedure” commenta Roberto Boschetto Presidente Confartigianato Imprese Veneto “Lo strumento di una sovvenzione una tantum non è la strada migliore da perseguire. Il sostegno alle imprese guidate da donne non può esaurirsi nello spazio di un click day e non va inteso come un’azione di inclusione sociale, di assistenza e di integrazione al reddito. Deve essere, invece, un pilastro della politica economica del Paese per rendere le donne realmente partecipi del processo di crescita competitiva dell’Italia”.
A livello nazionale, il Veneto si classifica al 5° posto (al 4° posto se consideriamo i solo incentivi per imprese attive da almeno 12 mesi). Le Regioni che hanno inviato il maggior numero di richieste sono state la Lombardia (1.904 di cui 1.1176 da imprese già costituite), Lazio (1.707, di cui 978 da imprese già attive), Campania (1.277, di cui 684 da imprese già costituite) ed Emilia Romagna (1.071, di cui 625 da imprese già costituite).
“Ancora una volta abbiamo la conferma che la procedura del click day delude le aspettative – commenta Barbara Barbon Presidente Donne Impresa Confartigianato Imprese Veneto– e finisce per creare disparità nelle condizioni di accesso agli incentivi da parte dei potenziali richiedenti. Ma è davvero così importante per una imprenditrice, e per lo sviluppo del Paese, fare “click” un secondo prima delle altre? – rimarca la Barbon – E’ davvero questo l’elemento determinante per scegliere di premiare un progetto invece di un altro? Dobbiamo ancora ricorrere alle “lotterie”? Non dobbiamo dimenticare poi che, lo abbiamo già sottolineato, le risorse stanziate erano veramente pochissime rispetto alla domanda potenziale. Su questo dobbiamo ragionare”.
“Il forte interesse per le misure di sostegno all’imprenditoria femminile messe in campo dal Ministero dello Sviluppo economico – conclude la Barbon – impone sia di prevedere un rifinanziamento del Fondo sia di rivisitare le modalità con le quali erogare le risorse. Riteniamo opportuno intervenire in modo strutturale per rendere gli incentivi permanenti almeno per i prossimi 5 anni, anche con una percentuale di aiuto inferiore a quella attuale, e complementari con altre misure di supporto alle imprese femminili”.
Il Fondo impresa femminile è l’incentivo del Ministero dello Sviluppo Economico ideato per sostenere la nascita, lo sviluppo e il consolidamento delle imprese guidate da donne attraverso contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati. La dotazione finanziaria era stata messa a disposizione per sostenere le imprese femminili di qualsiasi dimensione, già costituite o di nuova costituzione, con sede in tutte le regioni italiane, e si rivolge a quattro tipologie di imprese: cooperative o società di persone con almeno il 60% di donne socie, società di capitale con quote e componenti degli organi di amministrazione per almeno i due terzi di donne, imprese individuali con titolare donna, lavoratrici autonome con partita IVA.
Un panorama, quelle delle donne imprenditrici, analizzato dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Veneto. Secondo il dossier la nostra regione rappresenta il 7,2% dell’universo nazionale delle imprese femminili: 97.293 in valori assoluti. Di queste, 20.449 sono artigiane. Il Veneto conta 36.376 imprenditrici artigiane che rappresentano il 22,2% del totale degli imprenditori artigiani; un’incidenza, questa, leggermente superiore al dato nazionale (21,5%). In valori assoluti siamo la seconda regione per numero di donne con cariche in imprese artigiane.