Dopo il successo dello spettacolo Alice dei Momix, la stagione del teatro entra nel vivo: il sipario del Toniolo da mercoledì 27 novembre a domenica 1 dicembre si alza per lo spettacolo “La Scuola delle Mogli” di Molière con la regia di Arturo Cirillo.
“La scuola delle mogli” è una commedia sapiente e di sorprendente maturità: vi si respira un’amarezza ed una modernità come solo negli ultimi testi Molière riuscirà a trovare. Vi è la gioia e il dolore della vita, il teatro comico e quello tragico, come in Shakespeare. Il tutto avviene in un piccolo mondo con pochi personaggi.
E’ così che il regista Arturo Cirillo ci racconta lo spettacolo: “ M’immagino una scena che è una piazza, come in una città ideale, con la sua prospettiva, la sua geometria, dove al centro vi è una casa girevole, al cui interno possiamo vedere una scala che porta ad una camera che è anche una cella, una stanza delle torture. L’azione avviene nello spazio tra questa casa ed un’altra, che non vediamo, appartenenti entrambe al protagonista, il quale si fregia di un doppio nome e di una doppia identità, come doppia è la sua natura. Egli è uno spietato cinico ma anche un innamorato ossessivo, un indefesso fustigatore delle debolezze altrui come anche una fragilissima vittima del proprio gioco”.
Così l’attore e regista napoletano torna al suo Molière e lo fa con uno stile maturo, pieno di invenzioni, mettendo in atto un mix di tracce sotto testuali che vanno dalla farsa alla rivista, dall’idea di personaggi marionette a una cupezza che si scioglie in una corsa finale senza meta. Tutto ruota intorno alla casa girevole ideata da Dario Gessati in cui Arnolfo (Arturo Cirillo) ha rinchiuso Agnese, ragazza di umile provenienza, educata con l’obiettivo di farne una moglie docile, ignorante e ingenua, tenuta sotto chiave nella sua cameretta a cui si accede tramite una scala e una botola e guardata a vista dai servi.
Peccato che nel disegno di educazione sentimentale messo in atto da Arnolfo non sia stata computata la variabile amore che per la giovane Agnese ha le fattezze di Orazio. Ne La scuola delle mogli la partita è fra la costruzione razionale del ruolo sociale: la moglie e la forza sconvolgente del cuore, quello di Orazio, ma anche quello del burbero Arnolfo che alla fine si ritrova innamorato della sua creatura, ovviamente non corrisposto e visto un po’ come un mostro.