BPVi, parte a Venezia il 19 dicembre l’esame dell’azione di (ir)responsabilità per 2 mld di Gianni Zonin, cda, sindaci e direttori: tutti coinvolti non i soli 7 del processo a Vicenza

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Arriva finalmente a udienza il 19 dicembre presso il tribunale delle aziende di Venezia l’azione di responsabilità per un importo complessivo di circa due miliardi di euro autorizzata dalla delibera assembleare della Banca Popolare di Vicenza del 13 dicembre 2016 nonché dalla delibera del suo Consiglio di Amministrazione in data 19 gennaio 2017 e intentata per conto della BPVi, ora in Lca, rappresentata e difesa dagli avvocati Carlo Pavesi, Stefano Verzoni e Paolo Pecorella nei confronti (come da elenco seguente) di Gianni Zonin, presidente, dei membri del cda per i periodi interessati , di membri del collegio sindacale e del Direttore Generale e dei vice Direttori Generali dei suddetti periodi.

L’invito a comparire dinanzi al Tribunale di Venezia – sez. specializzata Imprese, era per il 12 ottobre 2017 ma, ci spiega l’avvocato  Stefano Verzoni, “è passato oltre un anno per andare in udienza, i passi procedurali per riunire questo procedimento con quello intentato in via precauzionale da Zonin addirittura contro la banca da lui presieduta per 20 anni dopo essere stato nel suo cda per i 16 anni precedenti, oltre che contro Samuele Sorato, il suo dg, ed Emanuele Giustini, suo vice, e con la chiamata in cause della compagnie di assicurazione” con questa motivazione per lui liberatoria addotta nell’attacco preventivo di Zonin: “...nella non creduta ipotesi di accertamento di una qualsivoglia responsabilità in capo al dott. Giovanni Zonin per i fatti di cui alla narrativa del presente atto, accertare e dichiarare che, per le ragioni tutte sopra esposte, i terzi Chubb Insurance Company of Europe S.E., Zurich Insurance Plc., CNA Insurance Company Europe Ltd. e ACE European Group Ltd., indipendentemente e anche a prescindere dalla eventuale responsabilità manlevatrice riconosciuta a danno del dott. Emanuele Giustini e del dott. Samuele Sorato, sono chiamati a tenere il dott. Giovanni Zonin interamente manlevato ed indenne di ogni e qualsivoglia responsabilità fosse a lui attribuita, così come di ogni e qualsivoglia conseguenza pregiudizievole derivante dal presente procedimento, condannando, in qualità di sottoscrittori della polizze di assicurazione sopra richiamate, a tenere manlevato ed indenne il dott. Giovanni Zonin da quanto egli dovesse essere eventualmente condannato a corrispondere, a qualsivoglia titolo, in solido con altri o meno, per gli asseriti danni…“.

Sarà importante seguire a Venezia gli sviluppi dell’azione di responsabilità attivata dalla BPVi perché, oltre a conclamare per bocca dell’istituto stesso, ormai in liquidazione e prossimo addirittura alla dichiarazione di fallimento, i danni arrecati alla banca e, quindi, ai suoi azionisti risparmiatori, l’atto di “accusa” civile chiama in causa in pratica tutti vertici della banca del periodo interessato invece che i soli 7 del processo penale a Vicenza.

Si legge, infatti, nella citazione della BPVi che “dato atto che le condotte menzionate nel presente atto, anche singolarmente considerate, oltre ai danni indicati alle conclusioni che precedono, hanno determinato una grave lesione alla reputazione e all’immagine della Banca, condannare l’ex Direttore Generale, Samuele Sorato, gli ex vice Direttori Generali, Emanuele Giustini, Paolo Marin e Andrea Piazzetta, gli ex Amministratori Giovanni Zonin, Marino Breganze De Capnist, Andrea Monorchio, Paolo Angius, Alessandro Bianchi, Giorgio Colutta, Vittorio Domenichelli, Giovanna Dossena, Giovanni Fantoni, Maria Carla Macola, Franco Miranda, Gianfranco Pavan, Fiorenzo Sbabo, Maurizio Stella, Giorgio Tibaldo, Nicola Tognana, Giuseppe Zigliotto e Roberto Zuccato, nonché gli ex Sindaci, Giovanni Zamberlan, Giacomo Cavalieri, Laura Piussi e Paolo Zanconato, al risarcimento in favore della Banca medesima, in solido tra loro, del conseguente danno da quantificarsi in corso di causa, occorrendo anche in via equitativa, tenendo conto, tra l’altro, della riduzione della raccolta diretta e indiretta della Banca e del gruppo e dei suoi effetti negativi, anche prospettici, e dell’incremento del costo del capitale, così come illustrati sub § VII, 1.2 del presente atto, oltre gli interessi dalla data della domanda al saldo….”.

Appuntamento, quindi, al 19 dicembre per un processo che potrebbe chiarire molti fatti specifici e arrivare a sentenza anche prima di quello penale, faraonico per numero di testimoni e stuoli di avvocati di parte civile.

Tutto questo con, in caso di condanna, una definizione dei danni arrecati (ne conteggiamo nell’atto per due miliardi con riferimento a fatti campione e non a tutto l’operato) da rifondere alla liquidazione con effetti positivi per tutti i creditori.