C’era una volta il Movimento 5 Stelle che certificava le liste e imponeva a chi sgarrava di dimettersi. Oggi i due residuali esponenti locali, Daniele Ferrarin , messo, di sicuro ingiustamente, sotto inchiesta penale ma di certo non dimessosi a mò di grillino doc, e Francesco Di Bartolo, ex Ppi ed ex Idv, bocciati dai comunque nebulosi vertici pentastellati prendono la parola contro i post fascisti di alcuni “rucchiani” firmando con la sigla M5S, che non gli è stata concessa neanche per presentarsi alle elezioni comunali di Vicenza.
Se per sapere il perchè della mancata concessione del simbolo del Movimento 5 Stelle, esclusa l’idiozia della desistenza rimangono beghe interne o mafefatte dei candidati, aspettiamo un nuovo dossier, ovviamente anonimo, sul GdV fatto di post cercati sul notoriamente immacolato social Facebook, ci stupisce anche, oltre al pulpito della predica senza logo ecclesiastico, che i due pentastellati abbiano solo pochi mesi fa applaudito come esempio di trasparenza il loro leader Luigi Di Maio, che, a fronte della dimostrata impresentabilità alle recenti politiche, e non certo per post su FB, di una serie di candidati, di cui molti ora eletti, assicurava che li avrebbe fatti dimettere se eletti, oggi, di fronte ad un analogo impegno nei confronti dei presunti fascisti in lista per sala Bernarda, non dell’ex steward di livello del S. Paolo ma dell’avvocato Rucco scrivono: “Il penoso richiamo ai suoi candidati non ha nessun valore perché se eletti nessuno potrà imporre eventuali dimissioni“.
Confortati dalla conversione dei grillini, almeno quelli bocciati, alla logica che per un eletto non c’è contratto che valga (neanche quello appena sottoscritto con i prima nemici della Lega) speravamo che si tornasse a discutere di problemi veri dei vicentini, visto che il problema dei fascisti lo hanno vissuto e combattuto gli anti fascisti veri, del passato, e non quelli, di oggi, che lo ricordano solo quando sono alla canna del gas della mancanza di argomentazioni sentite dai cittadini.
Questa polemica, visto che chi è ideologicamente di destra voterà a destra e chi per credo è di sinistra sceglierà la sinistra, fa bene solo a chi vuole “buttarla in caciara” non potendo convincere i non “ideologizzati”, la maggioranza, con propste e progetti seri, che riguardino la vita di tutti i giorni e il futuro, per cui pensavamo fossimo ai titoli di coda. Ma…
Ma c’era una volta la sinistra veramente anti fascista che non solo bollava chi resuscitasse l’approvazione di un regime criminale ma si occupava del progetto di una società nuova e più uguale, magari ricordando ma anche superando le nefandezze causate, è storia, dal fascismo, ma poi commesse anche da coloro che lo hanno combatturo superando, però, in molti, troppi casi i limiti del rispetto umano e, perciò, diventandone, sia pure su opposti fronti ideologici, i prosecutori quando hanno voluto imporre con le armi, dittatorialmente, una visione diversa del mondo.
C’era una volta la sinistra veramente e operativamente anti fascista che scendeva in piazza per il lavoro, contro la povertà, per l’istruzione contro gli sfruttamenti, per le diversità contro i poteri oppressivi di ogni specie di libertà, da quella di vivere da umani a quella di opinione.
C’era una volta quella sinsitra che il fascismo lo combatteva con la forza delle idee, dei progetti e delle azioni.
Fino ad oggi quella sinistra, che anche a Vicenza si è avvicinata, troppo, ai poteri e appoggia Otello Dalla Rosa tanto per avere una presenza in Consiglio Comunale pensando, illudendosi, di poterla far valere coerentemente con i suoi principi, quella sinistra, raccolta in Coalizione Civica per Vicenza, si era intelligentemente limitata a un fermo comunicato di condanna di Rucco, in quanto aveva, a detta della lista, minacciato una delle libertà irrinunciabili, quella di stampa.
Bene, ci eravamo detti e lo avevamo detto ieri a un suo saggio esponente che così ci rispondeva: “Io non ho fatto commenti, ma ho visto che più di qualcuno si è lasciato andare… La notizia si commenta da sola, sono d’accordo con te che la polemica è inutile”.
Ebbene oggi, dopo la scivolata dei due 5 Stelle ma anche no, abbiamo pubblicato (abbiamo dovuto farlo per corretteza) un comunicato enciclopedico di Coalizione Civica che, magari così si guadagnerà qualche riga sul quotidiano confindustriale che ha ignorato per anni ben altri, documentati, dossier, come quelli sulla Banca Popolare di Vicenza, ma non certo per il lavoro, la sicurezza (sul lavoro e non a Campo Marzo), le disuguaglianzee l’estorsione dei risparmi di miglia di anziani vicentini.
Se avevo pensato per un attimo di votarla, turandomi il naso sulla loro folle alleanza con chi rappresenta da un decennio i poteri contro cui una volta la sinistra lottava, beh, Coalizione civica con quel comunicato non avrà peso granché, ma il mio ipotetico voto di sicuro sì.