Dove trovare le risorse per il paese e i cittadini

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In questi giorni si possono leggere vari articoli che riportano la classifica dei 500 più ricchi del mondo secondo l’indice dei miliardari stilato da Bloomberg.

Tra questi compaiono 5 italiani (definiti, un po’ da tutti, “paperoni”).

I nomi e le cifre (in dollari) riportate da varie testate giornalistiche, sono:

Giovanni Ferrero, il patron della Nutella, possiede 32,9 miliardi;

Leonardo del Vecchio ha 20,4 miliardi;

Paolo Rocca, amministratore delegato del gruppo Techint, a sua volta proprietà della Tenaris (che produce tubi per le esplorazioni petrolifere) ha un patrimonio di poco superiore agli 8 miliardi;

Silvio Berlusconi, fondatore di Mediaset ha poco più di 7 miliardi;

Giorgio Armani possiede un patrimonio personale di 6,2 miliardi.

(NB: “poco più” e “di poco superiore” vogliono dire comunque centinaia di milioni)

Riassumendo, 5 italiani possiedono un patrimonio complessivo di circa 75 miliardi di dollari.

Poi ci si chiede come e dove trovare i soldi necessari per far “crescere” il nostro paese e fare star meglio chi vive del proprio lavoro?

Proponiamo due timide risposte:

Come? Con una tassa patrimoniale strutturale e progressiva sulle grandi ricchezze.

Dove? Là dove sono, ovvero da chi le possiede (le grandi ricchezze).

Infine, un’ultima domanda. Non sarebbe facile e logico (oltre che giusto) rispondere (e agire) così piuttosto che proporre la “flat tax” e rendere sempre più precario il lavoro, tagliare i servizi pubblici (sanità, istruzione, trasporti), colpire le pensioni, diminuire i salari … ?

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Giorgio Langella
Giorgio Langella è nato il 12 dicembre 1954 a Vicenza. Figlio e nipote di partigiani, ha vissuto l'infanzia tra Cosenza, Catanzaro e Trieste. Nel 1968 il padre Antonio, funzionario di banca, fu trasferito a Lima e lì trascorse l'adolescenza con la famiglia. Nell'ottobre del 1968 un colpo di stato instaurò un governo militare, rivoluzionario e progressista presieduto dal generale Juan Velasco Alvarado. La nazionalizzazione dei pozzi petroliferi (che erano sfruttati da aziende nordamericane), la legge di riforma agraria, la legge di riforma dell'industria, così come il devastante terremoto del maggio 1970, furono tappe fondamentali nella sua formazione umana, ideale e politica. Tornato in Italia, a Padova negli anni della contestazione si iscrisse alla sezione Portello del PCI seguendo una logica evoluzione delle proprie convinzioni ideali. È stato eletto nel consiglio provinciale di Vicenza nel 2002 con la lista del PdCI. È laureato in ingegneria elettronica e lavora nel settore informatico. Sposato e padre di due figlie oggi vive a Creazzo (Vicenza). Ha scritto per Vicenza Papers, la collana di VicenzaPiù, "Marlane Marzotto. Un silenzio soffocante" e ha curato "Quirino Traforti. Il partigiano dei lavoratori". Ha mantenuto i suoi ideali e la passione politica ed è ancora "ostinatamente e coerentemente un militante del PCI" di cui è segretario regionale del Veneto oltre che una cultore della musica e del bello.