Dramma sul Brenta, Centenaro: “Troppe tragedie, bisogna far rispettare i divieti”. Sandonà: “Diamo a Cristoiu Bogdan un riconoscimento”

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brenta, far rispettare i divieti di balneazione

Il consigliere regionale padovano di Lega – LV, Giulio Centenaro è intervenuto sull’ennesimo dramma che si è consumato sulle rive del Brenta, costato la vita a due ragazzi. “È urgente – ha detto il consigliere – inibire ai cittadini la spiaggetta sul fiume Brenta dove anche ieri hanno trovato la morte per annegamento due ragazzi. Sono vicino alle famiglie per la scomparsa dei due ragazzi, il cingalese Ramesh Ganegedara, 23 anni, residente a Padova e ospite di una coop e Cristoiu Bogdan, 29 anni, romeno di Villanova di Camposampiero che si è tuffato nelle acque del Brenta per salvare Ramesh e il cui corpo è stato recuperato stamattina”.

Le acque del Brenta, ha ricordato Centenaro, come di tutti i fiumi del Veneto, sono pericolose e insidiose e la tragedia avvenuta ieri tra Campo San Martino e Piazzola sul Brenta purtroppo non è l’unica: “Quello è un punto particolarmente pericoloso a causa di buche e vortici e mulinelli che si formano sott’acqua trascinando a fondo anche i più esperti nuotatori. In quella spiaggetta – ha spiegato Centenaro – dove tanti padovani si fermano a prendere il sole e trovare refrigerio dalla canicola estiva, sono presenti numerosi cartelli con la chiara indicazione di divieto di balneazione. Tuttavia, non vengono mai rispettati. Dovrebbe essere chiaro a tutti l’altissima pericolosità di quel tratto del fiume Brenta”.

Per questo vanno presi al più presto provvedimenti: “Ho predisposto – ha concluso Centenaro – una e-mail urgente all’assessore Gianpaolo Bottacin con la richiesta di far inibire quel tratto di fiume alla balneazione chiudendolo al pubblico, così come sottolineato anche dal collega Luciano Sandonà, Presidente Prima commissione in Consiglio regionale del Veneto e dall’amministrazione comunale di campo san Martino. E’ necessario vietare l’accesso alle persone”.

A sua volta Luciano Sandonà ha commentato con toni accorati il tragico episodio: “Da ieri sera sono qui, operativo al fianco dei Vigili del Fuoco e delle Forze dell’Ordine che hanno lavorato faticosamente per recuperare le salme dei due ragazzi”.

Purtroppo non è la prima volta che il Brenta si trasforma in trappola mortale: “Ricordo ancora come fosse oggi – ha detto infatti Sandonà -, quando dieci anni fa richiamai a riva quattro operai stranieri che si erano tuffati per trovare refrigerio nelle acque del fiume e stavano rischiando di annegare com’è accaduto ieri. Un tratto di fiume maledetto appena a valle del ponte di Campo San Martino sul Brenta, a pochi passi dalla mia abitazione. Sono stato allertato ieri sera dai miei familiari che qualcosa di grave era accaduto”.

Sandonà ha osservato come quasi sempre le vittime di quel tratto di fiume siano stranieri, che non rispettano il divieto di balneazione: “Non conoscono i pericoli e le insidie del fiume, i mulinelli che ti trascinano sott’acqua e la forza delle acque. Chi è nato lungo queste sponde ne conosce i pericoli ed è per questo che ci sono i segnali.” Segnali che evidentemente non bastano: “Quel tratto di fiume della morte deve essere chiuso al transito. Per questo chiedo un vertice urgente con il Genio Civile e tutti gli enti preposti per inibire il passaggio e l’accesso al fiume in quel punto particolare.”

Sandonà infine ha rivolto il pensiero alle vittime: “Chiedo anche di proporre un riconoscimento postumo per Cristoiu Bogdan, il ventinovenne rumeno che si è gettato nel fiume per salvare Ramesh Ganegedara, cingalese di 23 anni, che cercava solo un po’ di refrigerio in questa estate rovente. Cristoiu viveva a Villanova di Camposampiero, era perfettamente integrato nella nostra comunità, era un campione nello sport. Ai suoi familiari e amici va la nostra riconoscenza per un gesto così eroico e di raro altruismo. A lui dobbiamo sicuramente attribuire un ricordo”.