La scorsa settimana la Camera del Tennessee, negli Stati Uniti, ha espulso due deputati democratici dopo che la settimana precedente avevano interrotto una sessione legislativa per protestare contro la mancanza di divieti per l’uso di armi da fuoco.
I due, Justin Jones e Justin J. Pearson, giovani afroamericani, sono stati espulsi con una votazione a larga maggioranza, essendo più di tre quarti della Camera in mano ai repubblicani. A loro si era unita anche un’altra collega, Gloria Johnson, la cui espulsione non ha però ottenuto abbastanza voti.
Secondo lei, a influire sarebbe stato il colore della sua pelle, essendo l’unica bianca dei tre. Jones, Pearson e Johnson si erano uniti alle centinaia di manifestanti che, pacificamente, avevano protestato a Nashville e occupato l’ingresso della Camera statale dopo l’ennesima tragedia avvenuta a causa delle armi da fuoco: la strage nella scuola elementare della città, dove una ragazza di nome Audrey Hale ha aperto il fuoco uccidendo tre bambini di nove anni e tre adulti.
La straordinaria azione punitiva contro i due deputati democratici, come l’ha definita il New York Times, per un atto di protesta segna solo la terza volta dall’era della guerra civile che la Camera del Tennessee ha espulso un parlamentare dai suoi ranghi ed è stato il culmine di un accesso dibattito sulla democrazia dello Stato.
Nonostante le richieste dei manifestanti, infatti, l’istituzione ha solo varato misure per migliorare la sicurezza nelle scuole, senza limitare il possesso di armi da fuoco che, anzi, negli ultimi giorni ha visto l’approvazione di leggi che lo rendono ancora più permissivo. Nel 2023 ci sono già state 130 sparatorie di massa negli Stati Uniti, con decine di morti, mentre negli ultimi vent’anni si contano fino a 750mila morti.
Nonostante questa realtà, una riforma è ancora ben lontana. Eppure, è quanto mai necessaria per evitare la prossima tragedia annunciata.
Fonte: The Vision
