Duro colpo al microspaccio di droga in città, 23 richiedenti asilo in carcere. Il questore Messineo: “la più imponente operazione”

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La “retata” anti droga partita dalla Questura di Vicenza all’alba di martedì (qui video dall’elicottero e primo lancio) ha portato a 27 ordinanze di custodia cautelare, con 23 stranieri finiti in carcere e 4 divieti di dimora nel comune berico, tutti richiedenti asilo dediti allo spaccio in città.

Una spartizione del territorio tra gambiani al parco Fornaci e i nigeriani a Campo Marzo, in un mercato della droga competitivo per i prezzi concorrenziali e la facilità d’acquisto che ha subito però un duro colpo grazie all’operazione della Squadra Mobile iniziata a gennaio 2020 e proseguita durante il lockdown, con un centinaio di telecamere posizionate e visionate dalla Polizia scientifica e l’utilizzo di agenti sotto copertura come per il narcotraffico di stupefacenti, per ricostruire e documentare la rete di microspaccio.

Un metodo e un lavoro di squadra che verrà usato anche in futuro, assicura il questore di Vicenza Antonino Messineo (pillola video sopra) che ha definito questa operazione la più imponente che è stata fatta dalla Polizia a Vicenza. Ma la preoccupazione di Messineo è soprattutto per la realtà degli assuntori di droga, dato che negli ultimi mesi ne sono stati individuati centinaia e centinaia, con tanti giovanissimi arrivati anche da tutta la Regione.

I dettagli della Questura sull’operazione anti droga

Nelle prime ore della mattinata odierna a Vicenza la Polizia di Stato ha dato esecuzione al provvedimento di custodia cautelare dell’Ufficio del G.I.P. di Vicenza, a firma del dr. Roberto Venditti, con cui sono state disposte 27 ordinanze di custodia cautelare, di cui ventitré in carcere e quattro divieti di dimora nel comune di Vicenza, nei confronti di soggetti stranieri, prevalentemente di nazionalità nigerina e gambiana, tutti ritenuti a vario titolo responsabili dello spaccio di stupefacenti all’interno dei parchi pubblici di Vicenza Campo Marzo Parco Fornaci.

L’indagine, denominata Operazione Warning, ha avuto inizio nel gennaio scorso ed è stata condotta dagli investigatori della Squadra Mobile di Vicenza e del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato con il coordinamento della locale Procura della Repubblica e il supporto del Servizio Polizia Scientifica e della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga.

L’attività investigativa intrapresa ha determinato una significativa azione di contrasto allo spaccio di stupefacenti che avviene all’interno delle due aree verdi di Campo Marzo e Parco Fornaci, dove i pusher arrestati erano sempre in grado di rifornire ad un vasto numero di “clienti”, alcuni dei quali minorenni, spesso provenienti anche dalle province limitrofe, differenti tipi di sostanze stupefacenti, quali eroina, cocaina e marijuana, a prezzi assolutamente competitivi sul “mercato” degli stupefacenti.

Assieme ai tradizionali ed ordinari metodi d’indagine, gli investigatori hanno utilizzato speciali tecniche investigative, quali l’impiego di agenti undercover che hanno permesso di documentare e ricostruire la vasta rete di spaccio che avveniva all’interno dei due parchi e nelle immediate vicinanze, in particolare in prossimità della stazione ferroviaria di Vicenza.

Nel corso dell’operazione odierna, che ha richiesto l’impiego di oltre cento poliziotti provenienti anche da altre Questure e Reparti, assieme ai numerosi arresti, sono state eseguite decine di perquisizioni domiciliari che hanno permesso di acquisire ulteriori elementi di responsabilità nei confronti degli indagati.

Come noto, Campo Marzo e parco Fornaci sono da tempo considerate delle vere e proprie piazze di spaccio cittadine dove è possibile acquistare diversi tipi di sostanze stupefacenti. All’interno di queste aree verdi operano, spesso indisturbati, numerosi spacciatori, quasi esclusivamente stranieri di origine centro africana. I pusher, che occupano tutti i giorni e spesso fino a tarda sera in maniera stabile e sistematica questi parchi, vendono differenti tipi di sostanze stupefacenti (prevalentemente eroina, cocaina e marijuana,) ad un vastissimo numero di “clienti”, alcuni dei quali minori, provenienti sia dalla provincia vicentina che da quelle limitrofe.

Nel corso del tempo i numerosi e ripetuti interventi delle Forze di Polizia in queste aree verdi hanno, nella maggior parte delle occasioni, portato al sequestro di modiche quantità di sostanze stupefacenti, con conseguente qualificazione giuridica del fatto di reato come ipotesi di lieve entità.

La Squadra Mobile di Vicenza ed il Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato hanno deciso di intraprendere un’azione di contrasto a questo fenomeno criminale che potesse essere realmente efficace.

Per questo motivo è stata avviata un’articolata quanto non convenzionale indagine che ha avuto l’intento, da un lato di ricondurre ad una sorta di “comune denominatore” le numerosissime cessioni di stupefacenti che quotidianamente avvengono all’interno dei due parchi cittadini considerandoli delle vere e proprie piazze di spaccio e, dall’altro, di ricostruire conseguentemente in maniera diversa la qualificazione giuridica dei fatti oggetto di contestazione.

Grazie a questa differente metodologia investigativa, preventivamente concordata e condivisa dall’Autorità Giudiziaria procedente, le singole condotte di cessione di stupefacenti contestate agli indagati sono state ricondotte alle ipotesi di cui al primo comma dell’art. 73 D.P.R. n.309/90, escludendo, quindi, le ipotesi più lievi previste dal quinto comma.

Inoltre, assieme ai tradizionali ed ordinari metodi d’indagine ed ai servizi di osservazione eseguiti dagli investigatori anche distanza si è aggiunta una tecnica investigativa speciale prevista dalla Legge 146/2006 che disciplina l’istituto delle operazioni sottocopertura anche in materia di contrasto al traffico di stupefacenti. Il contributo investigativo fornito dagli agenti undercover, inviati dal Servizio Centrale Operativo di concerto con la Direzione Centrale dei Servizi Antidroga, è risultato determinante per lo sviluppo dell’indagine.

Quanto ricostruito nel corso dell’indagine si deve sia al prezioso contributo investigativo ed ai “riscontri operativi” forniti dagli agenti sottocopertura, che all’escussione di un elevatissimo numero di clienti dei pusher, nonché ad un altrettanto considerevole numero di persone, del tutto estranee al mondo degli stupefacenti, ma che per differenti ragioni, quali residenza, lavoro, abitudini, ecc frequentano le due piazze di spaccio.

Le indagini hanno permesso di evidenziare e delineare tutti gli elementi costitutivi che hanno portato a ritenere – riscontrando in merito i parametri individuati da una costante giurisprudenza in materia – Campo Marzo ed il parco Fornaci come vere e proprie piazze di spaccio.

Sulla base dei numerosissimi riscontri probatori acquisiti dalla Polizia di Vicenza e del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, esperiti attraverso gli strumenti investigativi descritti, è stata evidenziata la presenza di tutti gli elementi richiesti per ritenere, a tutti gli effetti, Campo Marzo e il parco Fornaci le due principali piazze di spaccio di Vicenza.

L’applicazione e l’esame complessivo degli strumenti investigativi ai quali la Polizia di Stato ha fatto ricorso ha determinato un’efficace risposta contro un fenomeno criminale, quello delle piazze di spaccio, noto nel panorama nazionale.

La sua reale pericolosità risulta di immediata e chiara comprensione solo se le singole condotte di cessione di modiche quantità di stupefacenti, vengono ricondotte ed inquadrate nell’ambito di un fenomeno “strutturato” quale quello della piazza di spaccio, sul quale questa indagine, con riferimento ai due parchi cittadini, ne ha delineato elementi e tratti distintivi.

L’articolata e complessa indagine della Polizia di Stato non si è concentrata “solo” nell’individuazione e cristallizzazione delle singole responsabilità penali degli indagati. Si tratta, infatti, di un’indagine che dà una chiave di lettura proprio di queste singole condotte illecite riportandole ad un quadro unitario, in relazione al contesto territoriale, all’intensità dello spaccio, al vasto numero di acquirenti, alla diversità di droghe acquistabili, all’esistenza di un’organizzazione tra gli indagati, ai guadagni.

In altri termini, un’indagine sulle due principali piazze di spaccio di Vicenza, Campo Marzo e Parco Fornaci.


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