Un’esperienza formativa per aumentare le competenze in ambito di economia circolare e innovazione in un’università in Germania nel distretto produttivo dell’automotive dove toccare con mano le prospettive e gli obiettivi nella ricerca d’avanguardia per la compatibilità tra produzione e ambiente.
È stato questo l’obiettivo della trasferta di Andrea Badaile, del settore Comunicazione e Relazioni Istituzionali di Etra, nell’ambito del progetto PLANT – European mobility: Circular Economy Innovation Network for SMEs approvato nell’ambito del programma Erasmus+.
«Il progetto è finalizzato alla mobilità individuale di operatori della formazione, presso centri di eccellenza in materia di innovazione nell’ambito dell’Economia Circolare – ha spiegato il presidente di Etra Flavio Frasson – Andrea Badaile si è unito alla delegazione che si è recata in Germania presso la University of Applied Sciences at Zwickau (Westsächsische Hochschule Zwickau) e l’istituto Fraunhofer IWU per conoscere lo stato dell’arte in merito a ricerca e sviluppo di componenti sostenibili in ambito automotive. La partecipazione è stata occasione di confronto in merito a tematiche particolarmente care ad Etra quali economia circolare, sostenibilità nell’industria, innovazione di processo e manutenzione 4.0 degli impianti. Etra non è nuova ad esperienze di condivisione di studio e progetti concreti per implementare processi produttivi sostenibili nello spirito dell’economia circolare. Negli anni scorsi Etra ha partecipato in qualità di capofila al progetto europeo, RePlaCe BELT, che ha visto l’utilizzo di plastiche rigide, provenienti dai circuiti di raccolta, per la realizzazione del tappeto di un nastro trasportatore a ciclo continuo a uso industriale nell’ambito del Programma europeo LIFE+. Ringraziamo i partner di progetto Confindustria Veneto SIAV, Fondazione Nord Est, ENAIP Veneto e Galileo Visionary District e gli enti che ci hanno ospitato».
«Sono stato in Germania, più in particolare in Sassonia, dove si producono Volkswagen, Audi e Porsche, per parlare di sostenibilità ed economia circolare – ha raccontato Badaile – Difficile unire le due categorie “automotive” e “sostenibilità” nella stessa frase, ma a Zwickau c’è una piccola università delle scienze applicate, che lavora a stretto contatto con queste aziende e qui gli studenti applicano subito ciò che apprendono a lezione, portando risultati immediati al mondo produttivo, migliorando da subito le caratteristiche dei processi, ormai sempre più nell’ottica della sostenibilità, dando un valore al concetto di “green” che tanto sta a cuore a quelli della mia generazione».
La sostenibilità nella produzione di auto passa sia dai processi produttivi ottimizzati sia attraverso la ricerca di materiali nuovi. Ed è quello che hanno osservato i partecipanti all’esperienza formativa al Fraunhofer IWU, istituto di formazione e ricerca tra i più importanti d’Europa, dove si creano linee produttive completamente automatizzate, si studiano nuovi processi produttivi e materiali, come la schiuma di metallo, per rendere le strutture più leggere, oltre che i prossimi motori ad idrogeno e batterie per le auto elettriche di oggi.