Il governatore della Banca d’Italia chiede un’azione coordinata per battere la crisi. Pressing per gli eurobond: l’Europa vari uno strumento per finanziare collettivamente la ripresa
di Marco Zatterin da La Stampa
Lo ribadisce lui il «whatever it takes» di Mario Draghi, come è naturale e giusto che sia. Per Ignazio Visco l’azione monetaria della Bce a sostegno dell’economia europea infettata dal Covid-19 «è oggi sufficiente», mille miliardi di acquisti programmati per titoli pubblici e privati, eppure ciò non toglie che, «se necessario, siamo pronti a fare di più».
Ci è piovuta addosso una crisi che «riguarda l’intera economia mondiale», è «uno choc globale»: l’impatto per quest’anno, ammette il governatore della Banca d’Italia, «sarà elevato, ma le politiche economiche in atto stanno facendo il massimo per limitarne la durata e la forza».
L’Italia reagisce «come si deve» e le manovre del governo, come quelle delle istituzioni comunitarie, vanno nel senso giusto per superare «una fase transitoria dalla quale usciremo». Serve ora una controffensiva concertata, con «un maggiore coordinamento tra Paesi» e «uno strumento che possa essere utilizzato in breve tempo», permettendo all’Ue di «finanziare collettivamente quella vera e propria ricostruzione che dovrà seguire la fase di emergenza». Il coronabond, insomma. O qualcosa di molto simile che anche «ci porti avanti sulla costruzione di una Europa Unita».
Il tono di voce di Visco è pacato, rispecchia la gravità dei tempi senza venature di allarme. Il mondo è cambiato, pulsa nella sospensione. Il dramma che viviamo gli fa tornare in mente Hemingway e «Addio alle armi», trama di conflitti e sentimenti forti. Si confessa vicino e ammirato per chi combatte in prima linea negli ospedali, dove anche alcuni suoi famigliari sono impegnati. Segue gli eventi, «per lo più a distanza», con continue teleconferenze con il Consiglio Bce, con governatori e ministri, in ambito europeo, a livello di G7, di G20». E anche la Banca, assicura, «ha risposto all’emergenza con rapidità e oggi oltre il 90% del personale lavora regolarmente da casa: facciamo fronte a molteplici impegni e non manchiamo di fornire il nostro apporto, con analisi e proposte, alle autorità italiane ed europee».
Come valuta la risposta del Paese? E le possibilità di uscirne senza pagare un prezzo troppo alto?
«Di fronte a una situazione così inattesa e difficile, non è il caso di dare giudizi, ma di fare tutti il nostro dovere perché le misure eccezionali che sono state prese abbiano successo. Esse sono rivolte a proteggere la salute e la vita di tutti, vanno seguite con la massima attenzione nella consapevolezza dei rischi. Mi sembra che il Paese stia reagendo come deve; credo che il messaggio del Governo e la necessità di comportamenti responsabili siano chiari a tutti».
Avete un’idea di quanto tutto questo peserà sulla nostra economia e per quanto?
«Gli economisti della Banca d’Italia fanno continue valutazioni sui possibili costi per la nostra economia. L’impatto per quest’anno sarà elevato, ma le politiche in atto stanno facendo il massimo per limitarne forza e durata. È importante che sia chiaro che questa fase, difficilissima per il nostro