“La Corte Costituzionale ha sancito l’illegittimità della legge regionale 50 del 2019 per la regolarizzazione di lievi difformità edilizie. Di fatto, una bacchettata durissima all’amministrazione regionale”. Così il Portavoce dell’Opposizione in Consiglio regionale, Arturo Lorenzoni, commenta in un comunicato la sentenza della Consulta giunta nei giorni scorsi. La legge in questione era stata impugnata dal governo davanti alla Corte per invasione delle competenze statali da parte della Regione Veneto. “La pronuncia definitiva ha confermato quanto già ampiamente anticipato nell’ultimo anno dai commentatori giuridici – sottolinea Lorenzoni –. Peraltro, la stessa Corte Costituzionale ha più volte chiarito che spettano alla legislazione statale, oltre ai profili penalistici, anche le scelte di principio”. Un passaggio importante, questo, perché “indicativo di un modo di operare che denunciamo da tempo”. “Vi sono delle occasioni in cui l’amministrazione regionale, forte di un indubbio consenso elettorale, sembra quasi volersi ritenere al di sopra delle regole e talvolta pare voler forzare le leggi al fine di ribadire la propria autonomia. Questo pure se in palese contrasto con la Carta Costituzionale”. Anche in questa legislatura, prosegue, “abbiamo registrato altri casi significativi”. Ad esempio, il progetto di legge 20, “Veneto Cantiere Veloce”, o il numero 41 per limitare l’installazione del fotovoltaico in aree agricole: “Sono stati presentati in aula con pareri fortemente critici della struttura legislativa del Consiglio, a riprova che la maggioranza che governa la Regione in taluni casi sembrerebbe pensare di poter stare al di sopra delle regole”. Non è così, “e i cittadini devono essere consapevoli che questa modalità di guidare l’amministrazione rappresenta un costo per loro, in termini di inefficienza e di forzatura delle grandi competenze presenti tra i funzionari della nostra Regione”. “Si tratta di segnali piuttosto eloquenti – conclude – non trascuriamoli, per il bene di tutti”.