“Più che ‘Veneto cantiere veloce’, il testo di legge in discussione in aula dovrebbe essere denominato ‘Veneto cantiere selvaggio’”. E’ quanto afferma in una nota il portavoce dell’opposizione in Consiglio regionale, Arturo Lorenzoni, in merito al progetto di legge 20 “Semplificazioni in materia urbanistica ed edilizia per il rilancio de settore delle costruzioni” in discussione da ieri nell’assemblea legislativa del Veneto. “L’iniziativa legislativa dovrebbe far crescere la qualità del patrimonio immobiliare esistente. E invece, di fatto, la proposta della maggioranza finisce per chiudere un occhio sugli abusi edilizi del passato”, sostiene Lorenzoni. “Il testo in discussione, ripulito dagli uffici competenti da molti aspetti incoerenti con le norme esistenti, è sostanzialmente diverso da quello inizialmente presentato lo scorso novembre – prosegue Lorenzoni -tuttavia metterà in discussione diverse norme che disciplinano le decisioni urbanistiche prese dai Comuni cambiando le regole in modo permanente. Nel concreto, sarà capovolta la gerarchia degli atti amministrativi, creando un’enorme confusione normativa nell’ambito dell’attività urbanistica dei Comuni stessi”.
Fra le possibilità introdotte dal nuovo testo – esemplifica lo speaker delle opposizioni – sarà permesso cambiare il Piano degli Interventi, conosciuto anche come “Piano del sindaco”, con le modifiche dei Piani Urbanistici attuativi. “Siamo certi che vi sia la necessità di dare, proprio ora, nuova linfa al settore delle costruzioni?”, chiede Lorenzoni. “Mi sembra che il comparto dell’edilizia sia già ampiamente incentivato con le ricadute positive del SuperBonus al 110%, delle facciate al 90% e di altre detrazioni simili. Più che rilanciare l’edilizia residenziale abbiamo bisogno di stimolare recuperi virtuosi che creino valore per le persone”.
Per Lorenzoni “l’obiettivo vero e non detto della norma è togliere i vincoli di tutela del territorio e lasciare mano libera ai cambi di destinazione, alle sanatorie e all’uso spregiudicato dell’urbanistica al fine di conseguire localmente il consenso. Con la conseguenza che il conto lo pagherà un territorio sempre più depauperato. “Lo abbiamo visto con il Piano casa regionale: interi quartieri che cambiano volto, che aumentano in modo irreversibile l’impermeabilizzazione del suolo, che peggiorano la qualità della vita e dell’abitare nelle aree urbane del Veneto”.