Ho conosciuto Carlo Calenda – scrive Otello Dalla Rosa – attraverso il suo libro “Orizzonti selvaggi“, che consiglio a tutti di leggere, ma ho anche potuto ragionarci insieme avendo avuto la fortuna di passare un pò di tempo a cercare di capire il senso di quello che lui ha definito “fronte repubblicano”, definizione provvisoria per auspicare la costituzione di una lista unica delle forze civiche e politiche europeiste in grado di presentarsi alle prossime elezioni europee.
Il libro che ha scritto è un’analisi seria, approfondita e documentata sulle tante ragioni che hanno portato i progressisti ad essere minoranza nel paese e hanno lasciato campo libero a forze sovraniste profondamente anti-europee e contro quella democrazia liberale fondata sulla separazione dei poteri, sullla tutela dei diritti dei singoli, sulla libera iniziativa e contro la “dittatura” della maggioranza. Quella democrazia che oggi è in gioco e che vede nella sfida europea un momento chiave.
” … L’Europa è infatti investita in pieno da una crisi profonda dell’intero Occidente. La velocità del cambiamento innescato dalla globalizzazione e dall’innovazione tecnologica, e parallelamente gli scarsi investimenti in capitale umano e sociale – che avrebbero dovuto ricomporre le lacerazioni tra progresso e società, tra tecnica e uomo – hanno determinato l’aumento delle diseguaglianze e l’impoverimento relativo della classe media. Ciò ha scosso profondamente la fiducia dei cittadini nel futuro. L’incapacità di gestire i flussi migratori provenienti dalle aree di prossimità colpite da guerre e sottosviluppo ha messo in crisi l’idea di società aperta. La convergenza tra queste turbolente correnti della storia ha minato la fiducia di una parte dei cittadini nelle istituzioni e nei valori delle democrazie liberali.
Per la prima volta dal dopoguerra esiste il rischio concreto di un’involuzione democratica nel cuore dell’Occidente. La battaglia per la democrazia è iniziata, si giocherà in Europa, e gli esiti non sono affatto scontati. L’obiettivo non è conservare l’Europa che c’è, ma rifondarla per riaffermare i valori dell’umanesimo democratico in un mondo profondamente diverso rispetto a quello che abbiamo vissuto negli ultimi trent’anni.”
Anche e soprattutto per queste ragioni ho sottoscritto l’appello e invito tutti a farlo (qui il link)