(Adnkronos) – In vista delle regionali in Liguria la coalizione del centrosinistra è ai ferri corti. "E' rottura definitiva" ha detto Matteo Renzi all'assemblea nazionale di Italia Viva. "Noi siamo fuori perché non c'è tempo per presentare una lista. Che vinca il migliore o perda il peggiore". "Siamo disponibili a fare un centrosinistra alternativo alla Meloni, ma non ad andare con il cappello in mano" aggiunge. "I 5 Stelle in Liguria si sentono molti forti, vedremo tra un mese se lo sono…". "Io ho mandato a casa Conte per mettere Draghi e lo rifarei domani mattina però a differenza di Conte non faccio politica con ambizioni e risentimenti personali. Per questo abbiamo dato la disponibilità in Liguria. Non è stato possibile ma alle politiche ci saremo e faremo una lista di centrosinistra, vedremo se alleata o meno". Il leader di Italia Viva parla di diktat da parte del M5S. "A Genova c'è stato un chiaro segnale di generosità da parte nostra. Abbiamo fatto di tutto, abbiamo rinunciato a presentare il simbolo ma questo segnale di disponibilità è stato equivocato perché i Cinque Stelle hanno detto che facevano l'accordo solo se sceglievano loro i nostri candidati. Io faccio tutti gli sforzi possibili per arrivare a un centrosinistra vincente ma non arriveremo mai al punto da far scegliere ai 5 Stelle i nostri". "E' evidente che Conte utilizza Italia Viva per attaccare la leadership di Schlein" sottolinea Renzi. "Come ho sempre detto, se c'è lo spazio per fare il centrosinistra insieme si fa e se no… Nessuno di noi rinuncia alla dignità. Capisco che per Conte è difficile da capire, perché per noi la dignità vale più di una poltrona, per uno come Conte la poltrona vale più di tutto". "Elly Schlein ha detto a giugno: mettiamoci tutti assieme. Noi non abbiamo cambiato, noi avevamo un veto contro di noi che è venuto meno con l'apertura di Schlein che ha capito che solo così si vince. Giuseppe Conte ha detto no. Noi sappiamo che questa discussione non si esaurisce. Quando sento dire oggi c'è il problema della Liguria. Ma chissà quanti ce ne saranno". "I 5 Stelle in Liguria si sentono molti forti, vedremo tra un mese se lo sono… Hanno impedito a noi di candidarci. Noi abbiamo l'apparentamento firmato, noi oggi se avessimo voluto, avremmo potuto presentare la lista perchè abbiamo la firma di Andrea Orlando. Poi ieri dal Pd ci hanno detto: noi il veto dei 5 Stelle, noi non lo reggiamo. Ci sta che in una regione accada, ma Conte ha detto vi chiediamo altre cose, scegliamo noi i vostri candidati". "Le divisioni del centrosinistra sono il principale sponsor di Giorgia Meloni di questo Paese e noi poggiamo su questo la nostra scelta e non sulla foto a una partita di pallone. Non è forte la Meloni, è debole l'opposizione" sottolinea Renzi. "Non è unita la maggioranza, è divisa l'opposizione. Questo non è un paese di fascisti ma l'opposizione è fatta di sfascisti che rompono tutto e impediscono di costruire l'alternativa". "I nostri voti sono decisivi ma i voti si infrangono sui veti" spiega."Noi siamo stati vittima di veti ieri in Liguria ma anche nel 2022 dalla geniale leadership del Pd" che ha portato a "far diventare "Meloni premier con il 26%, la stessa percentuale con Bersani fu il non vincente…". "Per Meloni, Musk è solo la foto opportunity che deve andare nel profilo social. Giorgia gioca un altro campionato rispetto alla presidenza del Consiglio, punta a fare l'influencer, è esattamente quello che era un anno fa Chiara Ferragni e io dico che arriverà presto il pandoro anche per Giorgia Meloni e forse anche prima del previsto". "L'obiettivo di Conte non siamo noi, ma Elly Schlein perché ritiene che Schlein possa fare la presidente del Consiglio. Io sono per una posizione molto secca: il leader del primo partito della coalizione, fa il candidato premier. Lo dicevo quando il leader del primo partito ero io e lo dico anche adesso" sottolinea Renzi. "Ma Conte non ha fatto la gavetta di partito come me, Schlein, Fratoianni, Meloni, Tajani, Salvini. Noi siamo arrivati a ricoprire spazi di responsabilità facendo la fila, facendo fatica. Ma Conte no. Si è trovato all'improvviso a Palazzo Chigi e come tutti quelli che non hanno fatto la gavetta, lui la considera la sua residenza. Si stupisce al pensiero che possa andarci Schlein. Per quello mi odia, non per la Liguria, ma perché l'ho tolto di lì. Hanno chiesto di pentirci di questo: io sono orgoglioso di aver tolto Conte da lì e averci messi Mario Draghi. Se devo fare abiura per entrare nel campo largo, tenetevi il campo largo. Io non voglio fare passi indietro sul passato ma passi avanti sul futuro". "Conte non è cattivo, è così. Quindi ora vede Schlein come avversaria e l'attacca", aggiunge Renzi. "La base del Pd spesso è molto più avanti della classe dirigente. La base del Pd un po' l'ho conosciuta" dice Renzi. "Sono arrivato a Pesaro e ho sentito la freddezza, c'erano 2000 persone che alla fine hanno applaudito. Non me ma le cose che ho detto in quella sede. Ho detto 'non fate la guerra alla Schlein' sennò non vincerete mai. E poi che se dovete vincere bisogna che vi mettiate insieme, sennò Meloni vince un'altra volta. E questo ha portato a chiudere la serata, partita con freddezza, con gli applausi". —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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